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Officine Grandi Motori, generatore urbano : la mixité riusa l'industria

Stefano Rosso, Jacopo Sirigu

Officine Grandi Motori, generatore urbano : la mixité riusa l'industria.

Rel. Marco Bosio, Luca Davico, Giuseppe Roccasalva. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2014

Questa è la versione più aggiornata di questo documento.

Abstract:

Introduzione

L'avvento di nuove tecnologie, capaci di plasmare materiali innovativi e non, ha cambiato la concezione della produzione manifatturiera rendendola più economica, flessibile e accessibile.

Dalla grande industria che sviluppa prodotti per le masse unendo differenti componenti in maniera standardizzata attraverso la catena di montaggio, si sta passando ad un processo produttivo che prevede e consente la realizzazione di oggetti personalizzati attraverso l'utilizzo di macchine dalle dimensioni e consumi ridotti.

Se la prima rivoluzione industriale iniziata alla fine del 18esimo secolo era caratterizzata dalla macchina a vapore e la seconda, arrivata agli inizi del '900, rappresentata invece dal modello Fordista della catena di montaggio, oggi, i software di modellazione tridimensionale in connessione a macchine quali stampanti 3D, laser cutter e frese sono i mezzi che guidano e caratterizzano una nuova rivoluzione industriale, che vede l'industria manifatturiera slegata dal comune concetto di fabbrica incontrarsi col mondo digitale.

Le principali innovazioni riguardano i materiali, come la fibra di carbonio che diventa sempre più diffusa, utilizzata non più solo per la costruzione di aerei ma anche in oggetti legati alla quotidianità come la bicicletta, andando a sostituire l'alluminio e l'acciaio. I nuovi processi produttivi sono interessati dall'avvento di stampanti 3D, che modellano materiali plastici sulla base di modelli tridimensionali, e automi sempre più sofisticati, accessibili ed economici, che riducono la dimensione degli spazi del lavoro, il rumore dei processi di lavorazione e il consumo di energia.

Inoltre la condivisione di conoscenze entra a far parte del processo produttivo, i progetti sono sviluppati su piattaforme e portali open source, che grazie alla rete internet permettono a programmatori geograficamente distanti di coordinarsi e lavorare allo stesso progetto. Per un più facile scambio di know-how nascono le Creative Commons, ovvero licenze secondo le quali i diritti di autore sono messi a disposizione di terzi per consentire la modificare o l'implementazione dei progetti con l'obiettivo di creare qualcosa di nuovo. Questo permette di non avere un singolo progetto replicato in milioni di copie tutte uguali, ma si passa alla possibilità di avere una torte personalizzazione che rende unico e particolare ogni progetto.

La figura del consumatore quindi evolve diventando "prosumer" una figura a cavallo fra il produttore e il consumatore e in quest'ottica dove chiunque ha la possibilità di creare e personalizzare piccola oggettistica, utilizzando progetti sviluppati sulle piattaforme libere, è necessario identificare la figura che, grazie alle proprie conoscenze legate alla progettazione 3d, al design e alla produzione, sviluppa questi progetti, ovvero un nuovo artigiano, il cui strumento creativo non è più un utensile, ma un computer.

L'obiettivo di questa tesi è indagare come l'architettura possa intervenire in questo scenario di cambiamento sociale, economico e produttivo, analizzando le necessità e i bisogni delle nuove figure professionali, al fine di (ri)scoprire gli spazi più adatti ad accoglierle.

Relatori: Marco Bosio, Luca Davico, Giuseppe Roccasalva
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AO Progettazione
SS Scienze Sociali ed economiche > SSG Sociologia
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/3902
Capitoli:

1:Una nuova "Rivoluzione Industriale" ha bisogno di una nuova generazione di artigiani.

1.1 :Gli artigiani detti Makers e la cultura dei Fablab nella "Nuova Rivoluzione Industriale".

1.2:L'importanza dell'artigianato oggi nel caso del made in Italy.

1.3:la produzione torna in città.

Nantes: quartier de la creation.

Jianwai Soho (SOHO) a Pechino e Shinonome Canal Court a Tokyo. La mixité a confronto in relazione alla scala urbana.

2:Evoluzione degli spazi della produzione in Torino.

2.1:lnizi del '900 urbanizzazione e densificazione industriale.

2.1.1 Focus Torino nord.

2.2:Dal dopoguerra agli anni '80. La citta al servizio del capitale.

2.2.1 Focus Torino nord.

Introduzione al fenomento della dismissione industriale nel mondo occidentale.

2.3:Anni '70. La dismissione industriale a Torino.

2.3.1 Focus Torino nord.

2.4:La trasformazione post-industriale, immagine dei singoli punti.

2.4.1 Focus Torino nord.

3:Evoluzione degli spazi della produzione in Torino Nord.

3.1:Metodo di ricerca e obiettivi.

3.2:Edifici ex industriali in Torino Nord.

3.3:Edifici ex industriali e PRG.

4. Proposta progettuale

4.1 Casi di individualismo urbano. Confronto tra spazi di aggregazione e anfiteatri residenziali.

4.2 OGM la storia.

4.3 Principali

edifici storici.

4.3.1 II Lingottino.

4.3.2 La Basilica.

4.3.3 Edificio Fenoglio.

4.4 Analisi del contesto.

4.5 Concept

4.5.1 Edifici ex industriali.

4.5.1 Intervento ex novo.

5 Bibliografia

6 Sitografia

Bibliografia:

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