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L’umanizzazione delle strutture sanitarie : DEA e pronto soccorso = The humanization of the sanitary structure : emergency department

Andrea Griseri

L’umanizzazione delle strutture sanitarie : DEA e pronto soccorso = The humanization of the sanitary structure : emergency department.

Rel. Daniela Bosia. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2013

Abstract:

Il tema dell’umanizzazione ospedaliera è un problema emergente di tutto il mondo industrializzato.

L’interesse sempre crescente da parte dai mass media, il diffondersi della normativa nazionale e regionale dei principi da rispettare e lo sviluppo di associazioni di tutela dei diritti dei malati, confermano la necessità di umanizzazione delle strutture sanitarie.

Il ricovero ospedaliero è sempre un evento molto stressogeno e traumatico, per una serie di insindacabili motivi, quali : il distacco familiare, le inusuali condizioni di alloggio ed assistenza, il possibile isolamento e molto spesso una spersonalizzazione dei rapporti umani ed un’inevitabile limitazione della libertà personale. Tutto questo, oltre ad una pratica medica sempre meno “umana” e impersonale, pone una grande enfasi sulla necessità di umanizzare gli ospedali.

Quindi il significato e l’obbiettivo stesso di umanizzare risiede nel concetto per cui curare la malattia non significa solamente sanare l’organo malato, ma l’individuo nella sua totalità, tenendo come principio quello della “centralità del paziente”.

Negli ultimi anni, ed ancora oggi, l’attenzione si è concentrata su aspetti di tipo organizzativo e gestionale. Vengono ridotti i tempi, il numero di degenze e limitati i costi; per cui le esigenze sono ancora insoddisfacenti, nonostante siano state svolte anche importanti iniziative di vario livello.

Per realizzare un approccio efficace, le iniziative richiedono un approccio a livello politico che riguardi prevalentemente investimenti di risorse e sviluppo di una normativa adeguata; ma anche provvedimenti relativi alla struttura edilizia, all’organizzazione e formazione del personale, da parte dei singoli ospedali.

Gli interventi di umanizzazione che è possibile organizzare vanno a coinvolgere con diverse modalità l’utente e l’operatore sanitario.

Uno dei metodi principali adottati negli ultimi anni è l’intervento riguardante la struttura edilizia ospedaliera. La rete ospedaliera è realizzata dovunque badando soprattutto alle esigenze di carattere tecnico-sanitarie spesso in strutture edilizie piuttosto datate.

Nei decenni passati le concezioni architettoniche e costruttive relative agli ospedali sono andate evolvendo con il superamento di strutture tipo monoblocco, lontane dal soddisfare esigenze di tipo casalingo-alberghiere, quindi dal creare situazioni di degenza meno traumatiche e che tengano conto della privacy dei pazienti, oltre che alla realizzazione di spazi di socializzazione e all’introduzione dell’uso idoneo del colore.

Una delle prime iniziative che vengono messe in atto per umanizzare gli ospedali è la formazione del personale medico ed infermieristico, che spesso è carente di informazione sul fattore “umano” che presenta il loro lavoro. Spesso la formazione scolastica del medico o delle professioni sanitarie non è adeguata ad affrontare questo aspetto, per cui gli ospedali tentano di ovviare con l’organizzazione di attività di aggiornamento professionale e di formazione sul lavoro. Legato a questo c’è il grande tema del rapporto fra personale sanitario e paziente, che ha carattere più prettamente sociologico.

Viene ormai riconosciuto dovunque il diritto del ricoverato ad ottenere con tempestività e completezza le informazioni sulla natura della malattia, sulle sue prevedibili evoluzioni e sulle conseguenze delle terapie praticate. All’interno di questa tematica si inserisce anche quella del “consenso informato” che esprime ottimamente l’essenza del rapporto paziente/operatore/informazione. Tutta la materia è spesso regolata da carte dei diritti nazionali o regionali o da regolamenti a livello di singoli ospedali, che vengono diffusi a tutti i degenti. Questi documenti si occupano, in genere, anche di altri diritti del paziente associati, in qualche caso, ad un elenco dei doveri. L’ospedale, per andare incontro alle esigenze del malato deve modificare anche la propria organizzazione interna.

Vengono di conseguenza riorganizzati i ritmi di vita e di relazione con l’ambiente esterno, applicando orari più funzionali ai bisogni dei pazienti. Sovente si creano servizi di assistenza sociale o di natura psicologica, anche grazie ad associazioni di volontariato. In tutti i nuovi progetti si fa molta attenzione alle dotazioni delle camere, in modo da renderle più simili alle comuni stanze di appartamento, con illuminazione naturale, viste sul verde e dotazioni di mobilio comodi e “familiari”. Sempre più attenzione viene data all’aspetto comunicativo e psico-relazionale con il paziente (comunicazione, cortesia, informazioni sui servizi erogati, rispetto della privacy). Sempre di attualità è anche la riduzione del tempo di degenza ed eliminazione dei ricoveri inutili. Vengono inseriti nuovi spazi ed iniziative di ricreazione e socializzazione.

Particolare importanza viene data in genere al momento dell’accoglienza del paziente (come momento in grado di influenzare le impressioni del malato) a cui si fa spesso fronte con opuscoli informativi, con servizi di accoglienza appositi, con una segnaletica adeguata sui percorsi da effettuare o con gli uffici relazioni con il pubblico.

Un intervento diffuso è quello relativo al vitto, sia sul fronte della qualità dello stesso, sia su quello degli orari di distribuzione e della possibilità di scelta da parte dell’utente. Una serie di interventi, come la riduzione dei letti per camera, il rinnovo degli arredi, l’uso del colore nelle stanze e nei locali, la disponibilità di letti antidecubito, l’ascolto della musica, nuovi televisori, telefoni, videogame ecc., possono trasformare e migliorare le stanze di degenza. In questi ultimi decenni, inoltre, si è sviluppata intorno all’ospedale una intensa attività di volontariato tesa ad assistere il ricoverato con un aiuto personale ed umano che ha cercato di contribuire, integrando o surrogando l’organizzazione ospedaliera alla umanizzazione dell’ospedale. Gli ospedali, oggi, valutano il gradimento da parte dell’utente delle attività dell’ospedale, inducendo quindi molti di questi a sollecitare, in genere con questionari, il giudizio dei ricoverati. Questa, in particolare, è una delle iniziative che si sono diffuse maggiormente , stimolate peraltro anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che, a questo fine, ha messo a disposizione un modello di questionario e nuove procedure per facilitare ed omogeneizzare gli interventi.

Pochissimo però è stato fatto per quanto riguarda l’area del pronto soccorso.

Quest’area dell’ospedale è una delle più problematiche, con dinamiche e criticità completamente diverse da quelle che si presentano nei reparti di degenza, day hospital ed oncologici.

Quasi sempre realizzati nei seminterrati degli ospedali, con poca luce e pochi locali disponibili, sono luoghi solitamente molto stressanti, sia per chi, come i pazienti ed accompagnatori, obbligati spesso a lunghe attese, sia per il personale che vi lavora, in un contesto particolarmente impegnativo.

Da questi presupposti, nasce la necessità di individuare strategie, criteri e modalità di intervento nella progettazione di ambienti di primo soccorso, per incrementare la salute ed il benessere di tutti gli utenti.

A partire dall’analisi degli utenti, dalla normativa specifica e dall’esame della letteratura tecnica e di casi studio individuati, si è cercato di delineare ipotesi di indirizzi progettuali specifici per il pronto soccorso. Interviste dirette effettuate ad un campione di operatori sanitari in servizio o gravitanti presso strutture D.E.A. hanno permesso di focalizzare meglio le esigenze degli utenti, di individuare i punti critici rispetto alle istanze di umanizzazione.

L’esito del lavoro è configurabile in una serie di indirizzi progettuali per l’umanizzazione del pronto soccorso che andrebbero opportunamente testati.

Relatori: Daniela Bosia
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AG Edifici e attrezzature per la sanità e l'assistenza
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/3523
Capitoli:

1. INTRODUZIONE

2. LA PERCEZIONE DELL’UMANIZZAZIONE

3. LA STRUTTURA OGGETTO D’INDAGINE

4. IL PROFILO DEGLI UTENTI

5. QUADRO ESSENZIALE

6. INDAGINI PRELIMINARI:

- STUDIO DI TIPO INDIRETTO

- STUDIO DI TIPO DIRETTO

7. RISULTATI DELLO STUDIO

8. INDIRIZZI PROGETTUALI

9. SCHEDE DI SINTESI

Bibliografia:

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