Luca Biamino
Analisi delle concentrazioni di radon rilevate nella Grotta di Bossea. Correlazione con l'idrodinamica sotterranea e la sismicità. = Analysis of radon concentrations detected in the Bossea Cave. Correlation with underground hydrodynamics and seismic activity.
Rel. Adriano Fiorucci, Bartolomeo Vigna, Chiara Colombero. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Ingegneria Per L'Ambiente E Il Territorio, 2024
Abstract: |
Numerose formazioni geologiche individuabili nel territorio della Provincia di Cuneo sono interessate dalla presenza di radioelementi, la cui origine risale ad una complessa sequenza di processi che hanno comportato il disfacimento della coltre porfirica di età permiana, creando in seguito le condizioni chimico-fisiche adeguate per la deposizione dell’uranio. L’isotopo Rn-222 ottenuto dal decadimento di quest’ultimo elemento è stato riconosciuto essere un buon indicatore per tracciare i percorsi seguiti dai fluidi all’interno della litosfera, in quanto allo stato gassoso risulta caratterizzato da scarsa reattività e una propensione alla solubilizzazione in fase acquosa inversamente proporzionale all’aumentare della temperatura. Le proprietà del radon possono trovare importanti applicazioni scientifiche, come riscontrabile all’interno della Grotta di Bossea: essa si sviluppa in corrispondenza del contatto tra i meta-carbonati del Trias ed il basamento impermeabile (meta-vulcaniti del Permiano), risultando in un sistema acquifero alimentato sia dall’apporto diretto delle precipitazioni atmosferiche al suolo che dall’intercettazione di importanti volumi di acque di ruscellamento superficiali. La presente ricerca indaga la possibilità di studiare i flussi di radon misurati in grotta, provenienti dalle fratture degli ammassi rocciosi, sia come strumento descrittivo dell’idrodinamica sotterranea che come possibile fattore di correlazione con i terremoti, cercando di comprendere se la misura di un flusso anomalo di radon sia sempre verificata in caso di sisma con epicentro a ridotta distanza dalla grotta, oppure se diversamente si possa considerare solamente un fenomeno saltuario, quindi con scarsa applicabilità ai fini di protezione civile. In ultimo, si forniscono dei cenni in merito agli aspetti legati al rapporto tra la salute umana e l’esposizione al radon sia nell’ambiente di lavoro che in quello di vita. Il radon provenendo dal sottosuolo tende ad accumularsi negli ambienti confinati, con impossibilità di percezione sensoriale da parte dell’uomo in quanto gas incolore, inodore ed insapore. Una volta inalato, i prodotti del decadimento radioattivo possono legarsi con i tessuti dell’apparato polmonare, dando luogo alla manifestazione di diversi tipi di patologie con grado di severità variabile, fino allo sviluppo di neoplasie negli scenari peggiori. Pertanto, viene riportato un confronto tra i limiti di esposizione attualmente in vigore e le concentrazioni di radon atmosferico misurate in grotta, considerato che nell’ambiente ipogeo transitano turisti, guide speleologiche e personale vario che a tutti gli effetti entra a contatto con il gas e quindi sono assimilabili come soggetti esposti a tale fattore di rischio. |
---|---|
Relatori: | Adriano Fiorucci, Bartolomeo Vigna, Chiara Colombero |
Anno accademico: | 2023/24 |
Tipo di pubblicazione: | Elettronica |
Numero di pagine: | 262 |
Informazioni aggiuntive: | Tesi secretata. Fulltext non presente |
Soggetti: | |
Corso di laurea: | Corso di laurea magistrale in Ingegneria Per L'Ambiente E Il Territorio |
Classe di laurea: | Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-35 - INGEGNERIA PER L'AMBIENTE E IL TERRITORIO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/30350 |
Modifica (riservato agli operatori) |