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Nuove frontiere di integrazione: "montanari per forza" e strategie di valorizzazione delle terre alte piemontesi = New frontiers of integration: forced mountaineers and strategies to enhance the piedmontese upland areas

Celeste Paccotti

Nuove frontiere di integrazione: "montanari per forza" e strategie di valorizzazione delle terre alte piemontesi = New frontiers of integration: forced mountaineers and strategies to enhance the piedmontese upland areas.

Rel. Luca Davico, Daniele Regis. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2024

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Abstract:

La tesi approfondisce due temi attuali riguardanti le terre alte italiane, con uno sguardo ravvicinato alle montagne piemontesi, ovvero il progressivo spopolamento delle cosiddette “aree interne” e la problematica gestione della presenza dei migranti richiedenti asilo sul territorio. L’obiettivo è quello di fornire una lettura trasversale di tali fenomeni, apparentemente non comunicanti, nel tentativo di coniugarli in un’unica visione che riconosca, nei migranti, un potenziale di sviluppo sociale ed economico da impiegare nelle zone montane per promuovere l’inclusione sociale ed economica degli stessi e, al contempo, contrastare gli antichi mali dello spopolamento e dell’invecchiamento, nonché il crollo di interi sistemi produttivi e di un patrimonio culturale e naturale insostituibili. Il fenomeno dello spopolamento dei territori montani del Piemonte viene trattato attraverso un’indagine socioeconomica rivolta ai Comuni con una popolazione inferiore ai 5000 abitanti e che rappresentano l’ossatura della montagna regionale e nazionale. L’analisi è stata condotta sulla base di indicatori socioeconomici ben precisi, che rispecchiano alcune delle caratteristiche principali di un territorio e che hanno permesso di individuare, anche tra territori confinanti, una variabilità di situazioni demografiche, sociali, economiche e culturali strettamente legate alle specificità del contesto locale. Condizione che rivela anche una variabilità del potenziale intrinseco ai diversi territori, oggetto di numerosi interventi promossi, negli anni, da enti importanti (come il Politecnico di Torino, l’ass. Canova e la Fondazione Nuto Revelli) con l’obiettivo di riportare in vita identità di luoghi e culture dimenticate e promuovere nuove e più integrate dinamiche di sviluppo territoriale. Proprio questo tipo di iniziative ha contribuito a promuovere una rinnovata attrattività delle montagne, richiamando giovani montanari e alimentando, in alcuni casi, significativi segnali di ripresa demografica. Ancora più rilevante del fenomeno dei “nuovi montanari” è stato l’insediamento, dagli anni Novanta, di gruppi sempre più consistenti di migranti economici in cerca di un tenore di vita migliore e, in anni più recenti, l’arrivo di richiedenti asilo per effetto di una politica di dispersione territoriale attuata a seguito della crisi migratoria. Viene introdotto, così, il secondo filone tematico, ovvero quello dei flussi migratori che, per come lo conosciamo oggi, sembrerebbe inconciliabile con quello dello spopolamento montano, ma che in realtà ha molto in comune con un passato in cui i migranti irregolari erano gli italiani, i quali, diretti oltralpe alla ricerca di opportunità lavorative, hanno contribuito a rivitalizzare la manodopera francese del XX secolo. La seconda parte dell’elaborato, dunque, riflette sul carattere strutturale delle migrazioni e, evidenziando i limiti delle attuali politiche migratorie italiane, avanza un ragionamento sulla necessità di forme di accoglienza più sistemiche e meno assistenzialistiche, che mirino all’integrazione guidata dei migranti nel lungo periodo, facendo leva anche sulla rete di iniziative già presenti sul territorio. Benché sia ancora poco diffuso nei territori montani (anche se non mancano casi virtuosi), questo approccio permetterebbe di dare vita ad un sistema che favorisce il coinvolgimento delle popolazioni migranti e di quelle locali in un percorso comune, che si faccia matrice di un processo di rigenerazione non solamente sociale, ma anche territoriale.

Relatori: Luca Davico, Daniele Regis
Anno accademico: 2023/24
Tipo di pubblicazione: Elettronica
Numero di pagine: 129
Soggetti:
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-04 - ARCHITETTURA E INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Aziende collaboratrici: Politecnico di Torino
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/30260
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