Alessio Margaira
Immobilizzazione di proteasi su biochar da lolla di riso = Proteases immobilization on rice husk biochar.
Rel. Debora Fino, Silvia Fraterrigo Garofalo, Francesca Demichelis. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Ingegneria Chimica E Dei Processi Sostenibili, 2023
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Abstract: |
Negli ultimi anni si è cercato di valorizzazione sempre più le materie originate da processi industriali, nel presente lavoro di tesi la lolla di riso, un sottoprodotto dell’industria del riso, è stata utilizzata come matrice organica di partenza per la produzione di biochar e lo stesso è stato successivamente impiegato come supporto per l’immobilizzazione di un enzima della categoria “protease”. L’enzima in questione è il prodotto commerciale Alcalase. Nello studio sono state analizzate le caratteristiche del biochar in seguito a diversi trattamenti come, ad esempio, un più o meno rapido riscaldamento, attivazione del biochar con basi forti e funzionalizzazione con etilendiammina e glutaraldeide. L’analisi delle caratteristiche del supporto di partenza ha previsto una caratterizzazione completa del materiale, attraverso l’analisi elementare CHNSO, la valutazione del point of zero charge, l’analisi microscopica FESEM, l’analisi BET e la spettroscopia FTIR-ATR. I prodotti caratterizzati sono poi stati utilizzati come supporti per l’immobilizzazione dell’enzima per contatto e in seguito è stata valutata l’attività enzimatica dell’enzima solamente diluito ed immobilizzato. L’immobilizzazione è avvenuta per contatto, miscelando 100mg di biochar e 10ml di enzima diluito (0,1mg/ml) per un tempo di 5h. Le prove sono state effettuate con i diversi supporti (attivati e non attivati, funzionalizzati e non funzionalizzati). Dopo questa operazione è stata valutata la quantità di enzima immobilizzato ed è stato preparato il supporto per gli step successivi. Da questa analisi risulta che la funzionalizzazione influisce poco sulla resa di immobilizzazione e il caso con più enzima immobilizzato è quello sul biochar attivato. Successivamente si è valutata l’attività enzimatica attraverso il saggio di Folin. È stato opportuno avere un mezzo di paragone, pertanto, l’analisi è stata svolta su alcalase diluita 1:2000 e sull’enzima immobilizzato. Da quest’ultima analisi è emerso che l’attività enzimatica si è ridotta, mediamente, ad un decimo del valore iniziale e che l’enzima più attivo dopo l’immobilizzazione è quello che si trova sul supporto attivato e funzionalizzato. Questo studio è stato svolto con il fine di comprendere se l’immobilizzazione enzimatica possa produrre un supporto cataliticamente attivo da impiegare nell’estrazione enzimatica introducendo così alcuni vantaggi come, ad esempio, il riutilizzo dell’enzima. |
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Relatori: | Debora Fino, Silvia Fraterrigo Garofalo, Francesca Demichelis |
Anno accademico: | 2023/24 |
Tipo di pubblicazione: | Elettronica |
Numero di pagine: | 61 |
Soggetti: | |
Corso di laurea: | Corso di laurea magistrale in Ingegneria Chimica E Dei Processi Sostenibili |
Classe di laurea: | Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-22 - INGEGNERIA CHIMICA |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/29077 |
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