Giorgia Saia
Un territorio sotteso. Fragilità territoriale e focolai di resistenza nell’Agrigento dell’antropocene = A subtle territory. Territorial fragility and hotbeds of resistance in anthropocene Agrigento.
Rel. Michele Cerruti But, Janira Vassallo. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2023
|
PDF (Tesi_di_laurea)
- Tesi
Licenza: Creative Commons Attribution Non-commercial No Derivatives. Download (200MB) | Preview |
Abstract: |
La tesi intende analizzare il territorio di Agrigento come paradigma di quel modello urbano del XX secolo, figlio di un sistema tecno-capitalista, di cui la crisi climatica attuale ne rivela i limiti. Lo studio prende le mosse da un confronto tra l’Agrigento del 1966, la città franata per mano dell’uomo, emblema dell’urbanistica del dopoguerra, e l’Agrigento del 2023, la città che frana per mano del clima che cambia, emblema dell'urbanistica nel dibattito antropocentrico. La cifra attraverso cui il territorio viene indagato è il confine, che può essere inteso come oggetto statico o come processo dinamico entro cui si definiscono i modi di costruire la città. In particolare, la tesi intende per “confine” lo spazio soglia tra il costruito e il non-costruito, tra umano e non-umano, tra spazio pubblico e privato, tra minerale e vegetale, tra residenziale e produttivo. L’esercizio del confine nell’ultimo secolo si è attuato da un lato attraverso strumenti regolativi e prescrittivi che definiscono usi, forme e modi dell’abitare il territorio, dall’altro attraverso interventi predatori che ne mettono a servizio i caratteri ambientali rispetto alla sua antropizzazione. Viene supposto che il modello urbano sviluppatosi nel dopoguerra e degenerato nel modello contemporaneo, è la conseguenza dell’interpretazione statica e della reificazione di un territorio colonizzato che oggi si presenta fragile più che mai. Il confine diviene dunque l’oggetto di studio attraverso cui indagare le dinamiche di antropizzazione affermatasi nell’ultimo secolo che nella tesi vengono analizzate in tre luoghi: colli, valli e coste. Dall’analisi emerge un territorio sotteso che, nonostante le fragilità e i processi di frammentazione a cui è stato esposto, ha in parte “resistito” alle forme dell’urbanizzazione contemporanea. In questo territorio, infatti, il rapporto uomo-natura si è sviluppato anche attraverso il concetto di confine come processo dinamico. Si tratta di soglie permeabili che permettono il passaggio di informazione, fertilità e rigenerazione, di tutte le componenti biotiche e abiotiche di un sistema. Da queste premesse si individua il permanere di una relazione molto forte con la natura, che è culturale e identitaria prima ancora di essere necessaria. Ad Agrigento tutto ciò coincide con spazi ibridi che costituiscono focolai di resilienza che hanno resistito grazie alla patrimonializzazione delle aree verdi (e non solo), attraverso secoli di interazione tra uomo e natura. La resistenza si esprime attraverso spai e pratiche dell'abitare e costituiscono veri e propri focolai. L'obiettivo della tesi è fare emergere, a partire da questi focolai di resistenza, le opache trame che invece nascondono un territorio sotteso, un progetto implicito e alternativo, fatto di filamenti e spore, che tenta di creare un'immagine di Agrigento che mostri imprevedibili modelli di coesistenza e coabitazione che includano ogni comunità (socio)biologica. |
---|---|
Relatori: | Michele Cerruti But, Janira Vassallo |
Anno accademico: | 2022/23 |
Tipo di pubblicazione: | Elettronica |
Numero di pagine: | 158 |
Soggetti: | |
Corso di laurea: | Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile |
Classe di laurea: | Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-04 - ARCHITETTURA E INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/27983 |
Modifica (riservato agli operatori) |