Michał Cechnicki
Banska Stiavnica : progetto pilota per una corretta rifunzionalizzazione architettonica ed economica dei centri storici degradati : rinascita delle attività economiche e sociali.
Rel. Enrico Moncalvo, Bruno Bianco. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura, 2012
Abstract: |
L'architettura ha da sempre accompagnato l'uomo, innalzando edifici e creando grandi complessi attraverso il loro reciproco influsso. Ha contribuito a creare uno stile di vita e il suo senso più profondo (religione, tradizione) o anche utilità (vita economica). L'architettura è stata espressione di strutture sociali, palazzi, ville, capanne, città con la loro gerarchia interna. Ha avuto anche la funzione di conservare la memoria dei popoli e delle società. Cattedrali e chiese sono sempre state espressione materiale delle idee religiose. Monumenti, obelischi e cimiteri hanno creato l'equivalente materiale di storia e tradizione. I secoli XVIII e XIX grazie all'invenzione delle macchine sono diventati un periodo denso di trasformazioni urbanistiche ed industriali. Sorgono città o quartieri industriali, accompagnati da cambiamenti sociali e d'idee. Nasce un nuovo ceto sociale che naturalmente l'architettura fornisce di appartamenti, stabilimenti ed edifici di utilità pubblica. La fine del XX secolo ha portato una successiva rivoluzione causata dalle trasformazioni tecnologiche dell'industria. Molti settori tecnologico-economici sono completamente scomparsi e perdendo la loro funzione nell'economia hanno gettato nel marasma e nell'inutilità città e quartieri industriali. Di nuovo l'architettura e l'urbanistica hanno accolto in se il compito di creare un'espressione adeguata al mondo in trasformazione. Una delle più importanti correnti dell'urbanistica e la rifunzionalizzazione è un processo molto complesso il cui scopo principale è la trasformazione dei quartieri e città post-industriali che si vuotano, in centri incentivanti di nuove forme di attività economica e sociale. Di conseguenza l'ispirazione di molte nuove dimensioni di attività e della vita dell'uomo nel XXI secolo. La rifunzionalizzazione essendo espressione, idea e azione interdisciplinare contiene in sè le seguenti funzioni che si incrociano: I. Economica - il ripristino dell'attività economica negli spazi industriali spopolati o la dinaminazzione e il rimettere su nuovi binari il già esistente ma debole input economico. II. Estetico-umanistica - far ritornare gli spazi cittadini e dei dintorni al divertimento, alle passeggiate, all'"essere in città", miglioramento della qualità della vita. III. Attualizzazione dell'eredità storica culturale - attraverso la reinterpretazione del modo di funzionamento delle risorse esistenti, la creazione di nuove risorse, in accordo con le esigenze della società moderna, colta, multimediale (gallerie d'arte, musei, biblioteche) I concetti che ci aiutano a capire l'idea di rifunzionalizzazione sono la metamorfosi e la trasformazione. La metamorfosi è il tema principale della 9^ Mostra Internazionale di Architettura di Venezia. Kurt W. Foster il curatore della mostra accorgendosi della metamorfosi che si compie da anni in architettura ha spiegato la sua proposta del titolo della mostra "Metamorfosi", "essa avviene in dei momenti speciali di cambiamenti culturali, tecnologici e formali, che si manifestano nell'evoluzione dell'architettura e che la cambiano da disciplina chiusa in un campo aperto di ricerche a scala non incontrata prima." Ci chiediamo se in architettura esista il passaggio in continuità da una forma all'altra o se la condizione sine qua non perche esista la metamorfosi e la distruzione, il fare tabula rasa, per creare il cambiamento, la reinterpretazione dello spazio architettonico? Se si compie un uso dello spazio esistente ma degradato, con un potenziale architettonico e culturale, in stile invece di costruire spazi verdi e paesaggistici? Per la trasformazione e non la distruzione, sono molti urbanisti. Durante il seminario nel Centro Europeo di Solidarietà, a Danzica del 2005, John Gosling ha detto: " i luoghi di eredità culturale sono un riflesso di continuità e di sviluppo sociale, storico ed artistico. Rappresentano sia il passato che il futuro, introducendo luoghi speciali, fonte di orgoglio nazionale." La problematica della rifunzionalizzazione ha trovato posto nella cosiddetta Nuova Carta di Atene 2003, che determinando il ruolo dell'urbanista nell'opera di trasformazione della città gli ha aggiunto nuovi più ampi compiti. Nell'ambito delle regole di uno sviluppo equilibrato, che si serve di una razionale sistemazione delle risorse, ruolo dell'urbanista e la creazione di una visione architettonica che sia causa del miglioramento della qualità della vita degli abitanti delle zone degradate. Deve renderle economicamente e socialmente concorrenziali in scala più che locale. L'11 maggio del 2011 a Varsavia ha avuto luogo la conferenza: "Dove il passato si incontra con il futuro. Rifunzionalizzazione e realtà allargata. Strategie cittadine dell'architettura del XXI secolo" Questa conferenza oltre a molte notizie sulle esperienze degli architetti olandesi ha portato una discussione sui complessivi progetti di rifunzionalizzazione in Polonia. I progetti: Danzica - Città Giovane, Cracovia - Zablocie, Poznan - Nowa Gazownia, Katowice -Kulturalne Kopalnie, Bytom - Giardino Postindustriale, Bydgoszcz- Isola del Mulino. Si può dire che una rete di progetti di rifunzionalizzazione preparati ed iniziati e in tutta la Polonia. La realizzazione di questi progetti è diventata possibile in conseguenza ai cambiamenti del sistema, all'entrata della Polonia nell'Unione Europea e all'apparire della possibilità di finanziamenti dei fondi strutturali. Come hanno mostrato le esperienze delle città europee, i finanziamenti destinati alla rifunzionalizzazione, danno misurabili effetti economici,e anche restituiscono agli abitanti interi quartieri "persi". Tale progetto è per esempio la rifunzionalizzazione del quartiere di Amburgo Hafen City - qui la trasformazione deve impegnare 25 anni. Parigi - la rifunzionalizzazione del quartiere Les Halles "La Canopee", Valenza - Estacion del Norte progetto di un parco centrale su costruzioni sotterranee, Madrid Caixa Forum - modernizzazione della centrale elettrica e la creazione di spazio cittadino, Glasgow - le rive del fiume Clyde. Lo stimolo al progetto urbanistico di rifunzionalizzazione Siviglia Metropol Parasol - rifunzionalizzazione della Plaza de Incarnation, da parte di Joergen Mayer H. Architets è stato il ritrovamento di rovine romane nel luogo dove era stato progettato il parcheggio. In risultato di ciò è nato un progetto che funziona su molti piani. Il blocco dell'edificio e formato da sei colonne formate in modo organico dell'altezza di 26-30 metri, che reggono la forma liquida del tetto i piani di cui si parla qui sopra sono: • Il piano sotterraneo in cui si trova il museo archeologico • Il pianterreno dove riferendosi alla storia del posto e stato localizzato il mercato degli alimentari e un passaggio commerciale • Un piano successivo in cui è stata aperta una larga piazza cittadina coperta Un importante elemento del processo di rifunzionalizzazione è l'accettazione del progetto già realizzato dalla società di una data città o di un dato quartiere. A volte questo processo si discosta dall'idea degli architetti. Ecco due diversi esempi. La vita ha scritto uno scenario inaspettato per l'uso della piazza a Siviglia. I giovani che contestavano i risultati delle elezioni e la situazione economica della Spagna, si sono impossessati della piazza per le loro manifestazioni, ridefinendo con questo gesto la destinazione della piazza. Questo significava prendere quest'opera cittadina, renderla utile ai bisogni che si erano spontaneamente creati. Non sempre il progetto che offre alla comunità locale nuove, interessanti forme di "essere in città", incontra un cosi grande entusiasmo. In modo diverso accetta le innovazioni, la comunità di una città relativamente ricca, qualcosa di completamente diverso e invece dare vita nuova ad una città povera. Qui può presentarsi il problema di creare una differenza "troppo grande" nella progettazione di uno spazio pubblico. La degradazione della sostanza architettonica avviene contemporaneamente a quella economica della comunità abitante una data zona. Ciò a sua volta porta ad una degradazione dei bisogni superiori, alla soddisfazione del divertimento in modo rozzo e grossolano e a scoppi di aggressività. Tale fenomeno esisteva in relazione all'ambizioso progetto di curare la vita sociale di Magdeburgo una delle più povere città tedesche, con una grande disoccupazione specialmente fra i giovani, dopo la caduta del muro di Berlino. Il progetto chiamato Leisezeichen, progetto di KARO Archtekten di Lipska e di Architektur + Netzwerk di Magdeburgo è una biblioteca disponibile per le ventiquattro ore. La motivazione della costruzione dell'edificio era il desiderio di ridare alla città vita pubblica culturale. La costruzione era stata preceduta da una consultazione popolare. Il progetto era stato propagato largamente in modo non convenzionale per esempio era stato fatto un modello della biblioteca con le cassette di birra in scala 1:1. La biblioteca aperta nel giugno 2009, già in ottobre era stata devastata da vandali. Dopo l'intervento della polizia e d una parte degli abitanti la situazione si ripete diverse volte. I posti coperti servono alla consumazione di alcool. Gli architetti coscienti del ruolo che i giovani hanno nella ricezione di "Zakladka", hanno progettato una stazione MP3 - un posto per fare le fotocopie, per ascoltare la musica dei complessi locali. Però le autorità cittadine, non furono d'accordo nell'attrezzarla di apparecchiature adatte. Ogni esperimento anche il meglio progettato è sempre soggetto ad un rischio, che è maggiore se manca la collaborazione tra le autorità e la comunità locale. I tempi in cui dell'aspetto della città e dei suoi edifici, decideva il sovrano locale o un ricco mecenate (Pienza, Zamosc) sono passati. Leon Krier nel suo libro “Architettura, scelta o destino”, esprime l'opinione che per i cambiamenti indispensabili ci sia bisogno dell'accettazione collettiva: “L'architettura delle città e degli spazi pubblici è d'interesse comune, allo stesso modo della legge o della lingua, in quanto rappresenta la base della cultura e della civiltà. Senza la loro accettazione collettiva non si può parlare di ordine sociale o di normale vita civile” Democrazia ed economia sono due forze che concordano le decisioni sugli investimenti. Senza la consultazione della comunità e l'accettazione anche i piani più ambiziosi non hanno chances. Le comunità locali decidono insieme sull'indirizzo dello sviluppo o rifunzionalizzazione. Così è caduto il progetto di Frank Geher, Cammer Image Lodz Center", che doveva essere una parte del progetto di rifunzionalizzazione – “Miasto Kobro”. Si è riconosciuto che la costruzione di questo edificio da divi sorretto da fondi pubblici, in una città che oltre ad essere artistica, presenta anche una faccia proletaria e inadeguata alle possibilità finanziarie della città. Interi quartieri di case popolari e fabbriche chiuse come sfondo a edifici d'elite, gli abitanti hanno protestato contro questa prospettiva. Mi pongo la domanda sul perché gli urbanisti invece di costruire nuovi spazi tornino a quelli già insediati in passato, in modi diversi. Vedo qui cause sociali, tecnico-economiche e storico-estetiche: • Cause sociali - capisco la loro azione come responsabilità per un funzionamento armonico cresciuto negli anni e nei secoli delle comunità legate ad un certo posto. • I più naturali sono riguardi tecnico - economici. Terreni post-industriali, perché a tali penso, nell'opera di rifunzionalizzazione sorpassano altri luoghi nella questione delle infrastrutture • Dalla prospettiva storico-estetica spesso entra in gioco il fattore di elite: la bellezza, l'unicità, l'identità storica iscritta nelle parti storielle della città che si sono conservate. La convinzione della sostanza della città "metafisica", oltre che materiale e l'atteggiamento che esprime Romuald M. Loegler nel suo ultimo libro "La città non è un gioco architettonico", scrivendo: "La città non è soltanto un meccanismo funzionante. Essa è uno spazio fisicamente plasmato dalle forme architettoniche, in cui sono registrati i sogni, la vita ed i ricordi delle successive generazioni di abitanti". La sua definizione della città Loegler la forma in relazione a molti architetti urbanisti che pensano come lui e da l'esempio dell'opinione di Aldo Rossi "(...) ma se le pietre "si possono trapiantare", non è cosi facile cambiare i rapporti, i legami, che sono nati tra le persone e le pietre." Nella nuova Carta di Atene del 2003, la visione della città del XXI secolo, abbiamo un capitolo dedicato a questo tema. "Coerenza nel tempo- continuità storica". Vi leggiamo:"Le nostre azioni di oggi formano il futuro. Il passato ci da una lezione inestimabile per il futuro. Per molti aspetti la città del futuro esiste già oggi. La città moderna ha molte qualità che apprezziamo e che curiamo volendole trasmettere alle generazioni future. Qual è quindi il problema principale delle città esistenti? A nostro giudizio è la mancanza di coerenza, non solo in senso fisico ma, anche in riferimento alla continuità nel tempo; una carenza che ha conseguenze sulle strutture sociali e sulle differenze culturali. Qui si tratta non solo di mantenere il carattere dell'ambiente cittadino, ma anche della continuazione dell'identità della città che e un valore essenziale che richiede una fortificazione nel mondo che si sviluppa in modo dinamico. Avendo in mente il postulato di città coerente formulato dagli urbanisti sulla Carta di Atene, nei suoi molti aspetti: coerenza nel tempo, coerenza sociale, coerenza economica e coerenza con l'ambiente fornirò una descrizione di Banska Stiavnica che e oggetto del mio progetto di rifunzionalizzazione. Questo progetto ha lo scopo di mettere in moto i processori desiderati: arricchimento dell'identità della città con la conservazione della sua tradizione multiculturale e progettazione allo stesso tempo, di un forte stimolo di sviluppo. Prevedo che esso possa portare alla città il successo economico. Si può supporre che in caso di una fortunata realizzazione di entrambi gli aspetti del progetto, si compirà una rianimazione della città insieme alla sua base culturale e che susseguirà un'integrazione al di là della regione. L'Ungheria, l'Austria e la Polonia sono i Paesi immediatamente confinanti a cui sono indirizzati i centri commerciali che devono sorgere e i servizi di turismo e ricreazione che sono compresi nel progetto, la rifunzionalizzazione della città di Banska Stiavnica, è anche un progetto a cui si deve guardare nella prospettiva di un compito immanente di integrazione. Oltre alla originaria città vecchia, descritta nel progetto, abbiamo qui una città - periferia palazzoni popolari cresciuti nel dopoguerra. Amorfa e per contrasto brutta. Esso è pero il luogo dove vive la maggioranza degli abitanti. Appunto questa comunità, specialmente i giovani, desiderano un nuovo ingresso nella loro eredita. Desiderano una vita bella e attiva nel luogo che ha un cosi insolito potenziale. C'è ancora un "problema d'integrazione" Esistono attorno a Banska Stiavnica dei quartieri Rom. Disoccupati diversi che vivono in slums, che non hanno nulla in comune con i colorati "carrozzoni zingari". Come uno dei metodi d'integrazione per questa comunità vedo il lavoro dalla base, lavoro con i bambini. Come progetto di educazione musicale fondato sulla comune cultura slovacca, sulla musica, sulle feste. Un'orchestra infantile può cominciare da qui e vincere l'esistente estraneità ed isolamento. |
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Relatori: | Enrico Moncalvo, Bruno Bianco |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Numero di pagine: | 110 |
Soggetti: | G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GD Estero R Restauro > RC Restauro urbano U Urbanistica > UK Pianificazione urbana |
Corso di laurea: | Corso di laurea specialistica in Architettura |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/2614 |
Capitoli: | Introduzione 1. Il contesto architettonico della visione della rifunzionalizzazione 2. Banska Stiavnica moderna 3. Storia della città 4. Analisi economica-sociali 5. Analisi delle infrastrutture urbane 6. Analisi SWOT 7. Premesse dell'analisi 7.1 La scelta del tema per la tesi 8. Progetto 8.1 Elementi urbanistici del progetto di rifunzionalizzazione 8.2 Progetto di rifunzionalizzazione della "Piazza degli Scacchi" 8.3 Progetto "Galleria degli Scacchi" 8.4 Progetto miniera Glazenberg 8.5 Progetto "Cubo Cafe" 8.6 Progetto "Salamandra - local affairs" 8.7 Progetto "Green Gallery" 8.8 Progetto di sistemazione di una piazza degradata fra la prima e la seconda linea di costruzione 8.9 Progetto "Modern Gallery" 8.10 Rifunzionalizzazione del già esistente edificio del chiosco 8.11 Progetto di sistemazione della via come luogo favorevole ai pedoni in ogni periodo 8.12 Identificazione visuale del progetto del centro commerciale nelle vie principali di Banska Stiavnica 9. Pensare lo spazio d'architettura 9.1 Architettura verde per il miglioramento della qualità della vita 9.2 Lo spazio pubblico come luogo d'integrazione sociale cittadina 10. Banska Stiavnica futura. Conclusioni 11. Bibliografia 12. Indice delle illustrazione 13. Indice delle tabelle |
Bibliografia: | Foster Kurt W. Architektura & Biznes. Dodatek specjalny Metamorfozy. 2004 Gosling J. Nasza Wizja. Komunikat SARP. IX 2005 Szeffel A. Mosto Zmysłów. Architektura & Biznes. 2008 Popiel-Moszyńska A. Rewitalizacja dzielnicy Les Halles w Paryżu. Architektura & Biznes. 2011 Oleksak J. Zielona wyspa na torowisku. Architektura & Biznes. 2011 Stępień A. Bankowa inwestycja Caixa Forum. Architektura & Biznes. 2008 Arczyńska M. Nowe Glasgow nad rzeką. Architektura. 2011 Haduch M, Haduch B. Parasol rewolucji. Architektura & Biznes. 2001 Lewandowska T. Biblioteka ożywia dzielnicę. Architektura. 2011 Krier L. Architektura. Wybór czy przeznaczenie? Warszawa: Arkady; 2001 Klimek A. Sprzedawcy marzeń. Architektura & Biznes. 2011 Loegler RM. Miasto to nie architektoniczna zabawa, Kraków: Wydawnictwo Ram; 2011 Nowa Karta Ateńska 2003. Wizja miast XXl wieku, Europejska Rada Urbanistów. Lizbona, 20 listopada 2003 Martin Butora, Chi possono diventare gli slovacchi nell’UE, o dei cambiamenti nell'identità nazionale in "Chi sono gli slovacchi ".Storia, cultura, identità; Centro di cultura Internazionale, Cracovia 2005. Foster Kurt W. Architettura e Business. Inserto speciale Metamorfosi. n. 12, 2004. Gosling J. La nostra visione. Comunicato SARP. n. 22, IX 2005. Szeffel A. La città dei sensi. Architettura e Business n. 6, 2008. Popiel-Moszynska A. Rifunzionalizzazione del quartiere Les Halles a Parigi. Architettura e Business, n. 5, 2011. Oleksak J. Un isola verde sui binari. Architettura e Business n. 5, 2011. Stępień A. Investimento bancario Caixa Forum. Architettura e Business n. 6, 2008. Arczyńska M. La nuova Glasgow sul fiume. Architettura n. 10, 2011. Haduch M., Haduch B. L'ombrello della rivoluzione. Architettura e Business n. 8, 2007. Lewandowska T. La biblioteca ravviva il quartiere. Architettura, n. 6, 2011. Krier L. Architettura. Scelta o destino? Varsavia: arcadi; 2011, Klimek A. I venditori di sogni. Architettura e Business. 2011 ; Loegler RM. La città non é un gioco architettonico, Cracovia Ram editore; 2011, La nuova carta di Atene2003. La visione delle città nel XXI secolo, Consiglio degli Urbanisti Europei. Lisbona, 20 novembre 2003 Martin Butora, Chi possono diventare gli slovacchi nell'UE, o dei cambiamenti nell'identità nazionale in "Chi sono gli slovacchi". Storia, cultura, identità; Centro di cultura Internazionale, Cracovia 2005 |
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