Ripensare il margine. Il caso di Keneta a Durazzo. = Rethinking the edge. The case of Keneta in Durres.

Prima e Seconda guerra mondiale assegnano alle aree portuali dell’Adriatico un ruolo strategico centrale nelle dinamiche belliche. Tale ruolo strategico, dopo la forte depressione prodotta in tutta l’area europea dal secondo conflitto mondiale, continua ed evolve anche nella fase di ripresa confluita in un boom economico, al quale si affiancano crescite esponenziali delle città e delle infrastrutture, comprese quelle portuali che, nei casi più virtuosi, contribuiscono ad un più ampio riassetto urbano e non alle sole limitrofe aree portuali e lungo i waterfront. La crescita segue linee di sviluppo orientate ad un generale incremento della qualità di vita nell’intero sistema urbano. Sulla sponda est dell’Adriatico tali dinamiche di trasformazione urbana legata allo sviluppo portuale, convivono, talvolta, con forme di fissità degli assetti delle città. Infatti, a causa degli sviluppi geopolitici della maggior parte dell’area balcanica, molte città si trovano in condizioni statiche e la loro crescita sembra quasi bloccata da una generale fissità economica. Il caso dell’Albania è in questo senso emblematico. Si assiste, dal 1945, ad un graduale processo di cristallizzazione che porta ad un sistema economico chiuso e centralizzato, senza reali prospettive di crescita, sotto il controllo di un regime totalitario. Lo sviluppo dei tessuti urbani e delle infrastrutture in Albania rimane bloccato fino ai primi anni ’90, quando con la caduta del regime totalitario la popolazione si trova ad affrontare quell’euforia post conflitto. Ad oltre 50 anni di distanza, la città di Durazzo, storicamente considerata come punto di accesso marittimo all’Albania, si trova a confrontarsi con le altre città di porto dell’Adriatico. L’infrastruttura portuale ed il congiunto sistema insediativo della città non sono in grado di rispondere all’improvviso affollamento delle aree urbane ed alle nuove esigenze dell’area portuale, la quale non dispone di un’estensione sufficientemente utile a sviluppare un adeguato commercio via mare ed allo stesso tempo accogliere l’importante traffico passeggeri. L’urgenza insediativa sfocia in una frenetica ed incontrollata espansione della città di Durazzo, che si espande in prossimità della città consolidata, in direzione diametralmente opposta rispetto al porto, nella pianeggiante area di Keneta ottenuta dalle bonifiche di inizio 1900. L’inadeguatezza del sistema portuale, fondamentale per l’intera economia albanese, viene sopperita nei primi anni 2000 dalla costruzione di un nuovo porto commerciale, a nord del promontorio che divide la città dal mare. Gli investimenti che accompagnano la città di Durazzo nei successivi anni continuano a riguardare il centro urbano consolidato ed i sistemi portuali, contribuendo ad una sempre maggiore accentuazione del divario che contraddistingue la parte di città preesistente con la nuova, rilegata al ruolo di periferia priva di una reale strategia di sviluppo. L’obiettivo di questa tesi vuole mirare alla progettazione di spazi pubblici e servizi destinati in primo luogo alla collettività del margine. L’intento è quello di restituire un progetto in grado di generare senso di comunità e di appartenenza, mediante l’identificazione di un nuovo punto di riferimento nel dilatato tessuto urbano dell’espansione.