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Vivere il campus in città

Teresa D'Elia

Vivere il campus in città.

Rel. Giacomo Donato, Gaetano De Simone. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2004

Abstract:

VIVERE DA STUDENTE

La condizione dello studente fuori sede e dell'offerta del mercato immobiliare. Lo studente è un utente particolare nel mondo immobiliare perche la varietà del soggetti, le differenze d'abitudini, d'esigenze, stile di vita ne fa una categoria complessa e sempre In evoluzione. Sul plano psicologico e sociologico il giovane studente universitario si caratterizza per una generica instabilità, tipicamente determinata dalle trasformazioni caratteriali ed emotive che lo coinvolgono In questa fase di crescita. A quest'atteggiamento se ne accompagnano altri due opposti : da una parte il senso di solidarietà con il gruppo, dall'altra quello di competltlvltà con gli elementi del gruppo stesso o con membri di gruppi diversi.I coetanei divengono il riferimento di scelte o atteggiamenti che spesso si sostituiscono alla famiglia nella funzione di orientamento, divenendo così una'famlglla anomala' in cui ognuno assume un ruolo ben preciso. La politica attuata nel campo dell'istruzione, ha portato al decentramento delle università sul territorio dovuto all'insostenibile congestione del centri urbani con una percentuale alta di scuole universitarie, moltiplicando così il numero degli atenel e quello di giovani che s' iscrivono. La diffusione delle università sul territorio ha ridotto la distanza dalle sedi universitarie, ha anche accentuato il fenomeno del pendolarlsmo del 20%, con forme dl pendolarlsmo quotidiane o settimanali. La condizione del pendolare costringe ad affrontare grandi difficoltà sulla gestione del tempo e notevoli limitazioni nel rendimento e nella partecipazione alla vita universitaria; il colnvolglmento negli studi non è totale, sempre legato alla frequenza e alla disponibilità del mezzi di trasporto. Nel nostro paese l'assenza storica di un'adeguata offerta residenziale pubblica per studenti ha delegato all'iniziativa del privati la soluzione del problemi connessi all'accoglienza e alla ristorazione. Nell'attuale situazione la maggior parte degli studenti cerca una sistemazione sul mercato privato degli affitti dove gli alloggi, variamente dlmenslonatl, spesso ricavati per frazionamento d'appartamenti tradizionali più grandi, offrono in molti casi standard prestazionali e qualitativi non soddisfacenti e inadeguate dotazioni di servizi e attrezzature. Per l'assenza di una scelta appetibile e competitiva, i privati hanno potuto monopolizzare il mercato, evitare investimenti in opere d'adeguamento spazlale, strutturale e implantlstlco, imporre elevati costi d'affitto, invadere la sfera privata degli utenti dettando le regole di gestione e fruizione degli spazi, limitando l'uso di questi e delle attrezzature, ecc le soluzionini più diffuse sono:

-abitazione nella casa del genitori

-casa in affitto con amici o altri studenti occasionali

-stanza in condivisione in Casa dello studente

-stanza in condivisione presso una famiglia

-casa in affitto con parenti coetanei

-casa in affitto da soli presso una famiglia

-stanza da soli presso casa dello studente

-stanza in affitto presso un istituto religioso

Ognuna di queste soluzioni individua uno specifico tipo d' esigenze.

Le soluzioni più pratiche sono quelle in cui e garantita una qualche forma di socializzazione. La coabitazione è spesso indotta da alte spese di gestione dell'alloggio, è anche scelta perchè soddisfa il bisogno d'interazione .La condivisione degli spazi residenziali rappresenta uno dei più espressivi incentivi alla maturazlone individuale e sociale dei giovani. Ecco che con la condivisione si vanno a formare piccole comunità che vivono, con-vivono, condividono le esperienze e dividono le spese. I costi d'affitto e di gestione dell'alloggio costituiscono una voce gravosa nel bilancio delle spese di uno studente fuori sede.Poi le spese sono di solito sostenute dalla famiglia che orienta le scelte sempre verso soluzioni abitative più protettive e organizzate. Sul piano dei costi le residenze collettive pubbliche, quando sono presenti, offrono condizioni vantaggiose e prezzi inferiori a quelli di mercato; ma almè spesso si trovano lontano dalle sedi universitarie. Il costo economico non è però l'unica voce di bilancio: a lui va aggiunto anche un non indifferente costo sociale, distacco dalla famiglia, aumento delle pressioni emotive determinate dalle nuove condizioni ambientali e sociali, difficoltà d'inserimento e d'adattamento. Ecco che la casa per studiare e per vivere rappresenta un importante punto di riferimento per la crescita del soggetto e garantisce continuità di partecipazione all'attività universitaria . Rappresenta l'unico vero spazio d'appropriazione legittima da parte dello studente, che lo usa, lo adegua ai propri bisogni, ilterritorializza. A questo proposito nei giovani si rilevano atteggiamenti differenti: in molti casi manca l'iniziativa personale, che determina una fruizione dell'alloggio 'non partecipata' , in altri invece l'entusiasmo e la creatività portano il giovane a costruire e personallzzare la propria casa, dotandola d'arredi, attrezzature speciali, decorazioni. In questo caso quella abitativa diviene un'esperienza formativa . Nell'abitazione di uno studente, oltre alle tradizionali e generiche funzioni di vita sono inseriti arredi e attrezzature per lo svolgimento delle specifiche attività di Studio, che sono oggi, con il diffondersi della tecnologia, sempre più complesse. Non è quindi corretto considerare le abitazioni semplicisticamente come luoghi temporanei e precari: esse vanno intese in senso culturale e sociale, pensate come residenze speciali. Ne consegue che quella universitaria non è una generica residenza. Non è un'abitazione. Perchè lo studente ne fruisce come tale se non per i bisogni di prima necessità. E' quindi un riparo. Non è una dimora.Perchè lo studente vi risiede per un periodo limitato.E' quindi un rifugio. Non è una casa.Perchè lo studente non vi matura un senso d'appartenenza e di proprietà. E' quindi un nascondiglio.

I MODELLI DELL'INSEDIAMENTO UNIVERSITARIO

Dal punto di vista morfologlco ne possiamo distinguere due:

-il modello antlurbano

-il modello urbano

Il primo non istaura alcun rapporto con la città. Gli edifici monofunzionali che la compongono sono dispersi in una

struttura a maglie molto larghe e a bassa intensità, aggregati da strade e aree verdi. Quest'organizzazione poggia sull'idea che l'università debba essere un sistema produttivo, il cui compito sia quello di formare laureati in un ambiente immune da fattori esterni di disturbo. Questo è un modello diffuso in america, sorretto dall'idea di voler formare una classe dirigente forte, intraprendente e Soprattutto non corrotta . Il secondo modello offre un panorama completo e articolato in termini culturali ideologici e politici. E' inserita nella città e nella sua complessità, si interessa al suoi problemi, si mobilita e promuove iniziative. Svolge le sue funzioni nel senso più ampio per la formazione culturale degli studenti. Non si pone come obiettivo principale la produzione di laureati, ma la formazione d'individui con capacità critiche e di giudizio. Questo modello è tipicamente europeo, si può dire specificamente italiano, per la secolare esperienza che lo lega all'esperienza formatlva del nostro paese. Famose sono le università di Padova, Pavia, Pisa, Bologna, ecc. ..che sorgono in epoca medioevale. E' il medioevo a sancire la nascita e lo sviluppo delle strutture universitarie e fin da allora l'università a rivestito, un ruolo sociale.

I MODELLI DELLA RESIDENZA PER STUDENTI

Per queste è possibile individuare due modelli insediativi:

-modello extraurbano

-modello urbano

Il primo modello vede la residenza come una struttura autosufficiente completa d'attrezzature culturali, abitative, sportive. In genere è di grandi dimensioni e prevede una forma di organizzazione spaziale in grandi settori. E' di solito gestita da privati e a causa della sua strutturata organizzazione, della varietà della qualità di servizi offerti e del ruolo protettivo che svolge, prevede costi molto elevati e , in relazione a questo, ammette studenti di categorie particolari. Il modello urbano prevede l'integrazione tra struttura e città; la residenza si sovrappone e s'innesta nel tessuto e, sul plano sociale le specifiche attività degli studenti si fondano con quelle più articolate e generali della collettività. E' a questo modello che ml sono rifatta pensando al bisogni della città in cui sono andata a progettare l'ipotetico campus: Torino.

Relatori: Giacomo Donato, Gaetano De Simone
Tipo di pubblicazione: A stampa
Parole chiave: Campus - Residenze universitarie
Soggetti: A Architettura > AL Edifici e attrezzature per l'istruzione, la ricerca scientifica, l'informazione
Corso di laurea: Corso di laurea in Architettura
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/244
Capitoli:

Introduzione

Capitolo1 Individuazione del sito

Capitolo2 Suggestioni

Galleria fotografica

Capitolo3 Il progetto

3:1 Prime ipotesi progettuali

3:2 Tavole di progetto

Capitolo4 Modello

4:1 Galleria Fotografica

Bibliografia:

Testi

MARTIN PEARCE, University Bulders, Wiley-Academy 2001

MOORE RUBLE YUDELL, Campus&Community, Rockport Publishers 1997

BARBARA BOGONI, Abitare da Studenti, Tre Lune Edizioni 2001

SILVIA BELFORTE, Abitare i collegi. Attività e spaziai relazione nelle residenze universitarie, Franco Angeli Milano 1991

SILVIA BELFORTE, Collegi Universitari. Esempi e progetti a confronto, Celid, Torino 1996

S. CORTE, La residenza universitaria nella città, Sagep,Genova, 1997

S. BLIMLING GREGORY, The Experienced resident assistant: readings, casebstudies and structured group

exercises for advanced training, Kendall/Hunt Pub. Co., Dubuque, Iowa 1989

G. GRASSI, M. MONTESTIROLI, Casa dello studente a Chieti, Edizione Kappa, Roma, 1980

F. TURRI, Abitare da studente. Indagine sulla situazione abitativa degli studenti universitari a Pavia, I.S.U. - Istituto per il Diritto Universitario di Pavia

F. TURRI, La progettazione della residenza universitaria. Esperienze italiane straniere, Tipografia PI-ME Editrice, Pavia, 1994

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AA.VV., Beni Culturali Ambientali del Comune di Torino, S.I.A.T., Torino 1984

P. V. TURNER, Campus and American planning tradition, MIT Press, Cambridge 1984

Area, n67, marzo aprile 2003 pag. 60- 73

Domus, n832, dicembre 2000 pag. 48-57

Casabella, n573,novembre 1990

Casabella, n558, giugno 1989

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