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Gli Urban Centers : realtà a confronto : uno studio condotto attraverso i siti internet.

Francesca Botto

Gli Urban Centers : realtà a confronto : uno studio condotto attraverso i siti internet.

Rel. Riccardo Bedrone. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2011

Abstract:

La definizione esatta ed univoca del termine anglosassone Urban Center non è probabilmente ancora stata elaborata; da quando è iniziato questo lavoro, si identifica con tale espressione una miscellanea di attività rispondenti a svariate iniziative istituite da soggetti diversi, ma con un obiettivo comune: dibattere i temi della città.

Una serie di attività vengono svolte dagli Urban Center presenti in molte città per dialogare e confrontarsi sui i temi che riguardano il territorio metropolitano per cui si può addirittura pensare e confondere un Urban Center con uno spazio per mostre, una biblioteca, una sala convegni, un'associazione culturale, un luogo di promozione, un centro di servizi per la definizione di iniziative di sviluppo, un'arena per la discussione di problemi urbani e territoriali. In realtà gli Urban Center come si presentano anche nella rete sono questo e molto altro; hanno però una cosa che li accomuna: essere il luogo di comunicazione della città. Una comunicazione della città per lo più dal punto di vista urbanistico ed architettonico, ma anche dell'arte (tanto che alcuni di essi sono parte di musei d'arte), che si rivolge ad una fetta di popolazione la più ampia possibile per informare, rendere consapevoli, catturare l'attenzione e l'interesse, illustrare ai cittadini i problemi della città e del territorio, consentendogli di divenire soggetto attivo e quindi partecipe dei processi di costruzione delle scelte. E' un luogo che ha bisogno di "fisicità", di spazi, per garantire e permettere gran parte delle attività e dei servizi che svolge e offre (non solo servizi di biblioteche e archivi), librerie, ma anche attività che favoriscano il rapporto tra i cittadini, le istituzioni, le associazioni, i diversi attori, ecc), ma che trova nel sito internet un luogo parallelo, a volte alternativo, per alcuni di essi (mostre, esposizioni, servizi informativi, ecc.).

Raggruppate sotto l'unico cappello di Urban Center sono numerose strutture attive sul territorio italiano ed internazionale, ognuna delle quali presenta numerose differenze sotto i profilo della struttura,degli obiettivi e degli strumenti utilizzati. Notevolmente diversa è l'esperienza anglossassone dove, strutture organizzate come associazioni non profit si avvalgono delle collaborazioni di volontari e vengono sostenute interamente da finanziamenti privati, ed esperienze europee dove strutture spesso inquadrate all'interno degli enti pubblici che governano i territori di riferimento delle stesse, sono sorrette da finanziamenti pubblici con rare eccezioni di co-finanziamenti pubblico-privati.

Anche gli obiettivi preposti posso essere molto diversi, e vedono l'Urban Center come "spazio di informazione, di dialogo e di progettazione condivisa sulla città e sul territorio" o come "organismo di presidio e supporto ai processi di trasformazione", organismi, quindi con una spiccata vocazione progettuale si affiancano ad altri che come fine hanno l'accompagnamento dei processi di trasformazione od ancora si pongono come luogo di incontro di reti di attori che concorrono nella trasformazione del territorio.

Inoltre nelle varie realtà si vedono soggetti diversi (sia qualitativamente che quantitativamente) attivarsi per realizzare strutture dai fini diversi ma accomunate da istanze di trasparenza e di incisività nella formazione dei processi decisionali, di miglioramento della loro efficienza, di promozione della qualità urbana ed infine di promozione di una immagine riconoscibile e condivisa della città contemporanea.

In realtà la questione degli Urban Center è l'innesco e punto d'arrivo insieme per una riflessione di ben più ampio respiro che s'interroga e investiga le ragioni che hanno condotto a quelli che vengono definiti 7 nuovi stereotipi della città contemporanea", il "luogo" in cui si pongono le premesse per una traslazione degli assi di riferimento culturale con un approccio che un tempo si sarebbe potuto definire "organico".

Relatori: Riccardo Bedrone
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AL Edifici e attrezzature per l'istruzione, la ricerca scientifica, l'informazione
SS Scienze Sociali ed economiche > SSA Antropologia culturale
Corso di laurea: Corso di laurea in Architettura
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/2431
Capitoli:

CAPITOLO 1 - ALLA RICERCA DI UNA DEFINIZIONE

1.1 Realtà a confronto

1.2 Stati Uniti

MAS

SPUR

PICCED_ CAF

Philadelpia Center for Architecture

1.3 Europa

ARCAM

AzW

CUBE

DAC

DAZ

Design for London

THE LIGHTHOUSE

MACBA

NAI

Nla

Le pavìllon de l'Arsenal

1.4 Italia

Candiani 5

CasaCittà Laboratorio urbano della città di Trento

Il Forum Center Vicenza

La Casa dell'Architettura Roma

La Casa della Città di Napoli

La Casa del Municipio - Urban Center Roma XI

PUC

Urban center - Bergamo

Urban Center - Bologna, UC5 Genova

Urban Center - Milano

Urban Center di Pesaro

R.if (Ravenna In..Forma)

1.5 Torino

Atrium Torino

OCT

Urban Center Metropolitano Torino

1.6 Esempi di Urban Center non convenzionali

Environmental Simulation Center

UEC

Il Centro per la storia urbana del Centro Est Europa

Casa Città Catania - LabPEAT

La Casa della Città di Siena

CAPITOLO 2 - STORIA ED EVOLUZIONE.

2.1 Prime esperienze USA

2.2 Governi urbani in Europa: cenni evolutivi.

2.3 I casi europei: tra design e architettura

2.3.1 Europa dell'est e del nord fuori dal circuito della discussione?

2.3.2 Euroregioni

2.4 Le Municipalità in Italia.

2.4.1 Milano generatore di dibattito.

2.5 Torino motore di collegamento con le altre realtà degli UC in Italia.

2.5.1 L'esperienza torinese: mancanza di coinvolgimento cittadino?

CAPITOLO 3 - NUOVI ORIZZONTI DI COMUNICAZIONE.

3.1 II "logo" comune: elemento che connota tutti gli UC

3.2 I siti web degli Urban Center

3.3 Importanza di mantenere una sede fìsica di riferimento.

3.4 Descrizione delle Sedi degli Urban Center

3.4.1 Le sedi degli Urban Center italiani

3.5 Strategie comunicative e coinvolgimento attivo.

CAPITOLO 4 - CONDIZIONI PER GIUNGERE A UNA NUOVA MODALITÀ' DI FARE L'URBAN CENTER

4.1 La partecipazione e il governo delle città

4.2 E-governament, le strategie di partecipazione attraverso la rete

4.3 La nascita e l'utilità dei social network

CONCLUSIONI

Bibliografia

Bibliografia:

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BRUNO MONARDO, Quale Urban Center? Definizioni e culture di governo. Riflessioni e suggestioni dalla lettura di "Zeppelin" del 22 febbraio 2010 in http://www.urban-center.org.

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Urbanistica Informazioni: n. 149 (settembre-ottobre 1996), n. 201 (maggio-giungo 2005), n. 202 (luglio-agosto 2006), n. 209 (2009).

Tesi di Laurea

ZEILA GOUV Urban Center: dall'informazione sulle alla formazione delle politiche urbanistiche, relatore: Giorgia Nesti, Università degli studi di Padova, Master in Regolazione politica dello sviluppo locale, A.A. 2006/'07.

Siti

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