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Finanza sostenibile e Criteri ESG: analisi sullo stato dell’arte e critica al sistema delle Certificazioni "Green"

Angelo Di Giovanni

Finanza sostenibile e Criteri ESG: analisi sullo stato dell’arte e critica al sistema delle Certificazioni "Green".

Rel. Riccardo Calcagno. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Ingegneria Gestionale, 2022

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Abstract:

La sempre maggiore attenzione dei Governi mondali in materia di Sostenibilità si sta ripercuotendo, nel corso del tempo, anche nel campo economico-finanziario. La sostenibilità, in quanto tale, ha molteplici forme. La prima forma è sicuramente la più conosciuta e dibattuta del XX/XXI secolo: la sostenibilità ambientale. In merito a questa prima forma, i recenti cambiamenti climatici, ormai sotto gli occhi di tutti, hanno permesso un’accelerazione importante in materia di Normative e Comportamenti da seguire non solo dai privati cittadini, ma anche dalle stesse imprese. I cosìddetti Fondi di Investimento Green già da tempo si occupano di questo: gli investimenti dei privati (e non solo) infatti non sono più guidati esclusivamente da parametri puramente economici come ROI (Return on Investment), ROA (Return on Asset) e via dicendo. La Generazione Z, ormai famosa per la sua attenzione in materia di Sostenibilità, sta guidando la nascita di una nuova forma di Investimento Green, che privilegia le aziende che meglio si comportano sotto il punto di vista ambientale, ma non solo. Qui entrano in gioco altri due aspetti importanti: la sostenibilità non può e non deve essere solo quella ambientale. Sono sempre più considerate dagli investitori le valutazioni di carattere ESG, sigla che sta per Environmental, Social e Governance. La Sostenibilità in ambito Sociale può essere percepita in molteplici forme, come: la capacità dell’azienda di permettere ai propri dipendenti di avere un work-life balance elevato; in che modo riesce a impattare a livello sociale nella zona in cui opera, ecc. La sostenibilità a livello di Governance invece può essere valutata in base alla composizione del CDA di una società (amministratori indipendenti o meno, in che percentuale, ecc), la capacità dell’azienda di avere un equilibrio di composizione tra i gender, sia ai livelli più bassi della gerarchia sia ai livelli più alti, e via dicendo. Ma come possono tali criteri di sostenibilità coesistere con il fine ultimo (ossia quello economico) delle imprese stesse? Spesso, infatti, anche la stessa sostenibilità economica, ossia la capacità di mantenere stabile nel tempo la propria crescita e la propria capacità di generare utili verso i propri soci e finanziatori, è quasi totalmente contrapposta al rispetto di tali requisiti, o ne è comunque molto influenzata. Giunti nel 2022, parlare di sostenibilità applicata alla Finanza non è più un Tabù. La comunità globale si è da tempo resa conto della necessità di agire per conciliare due temi apparentemente inconciliabili: lo sviluppo economico e la tutela dell’ambiente. Quest’ultimo può essere inserito all’interno di un quadro di temi ancora più ampio, ossia quello dell’interesse della collettività. Nel corso dell'elaborato, verranno messe in luce le immense opportunità generate dalla svolta "green" e le altrettanto numerose insidie nascoste dietro il sistema di rating e certificazioni, mettendo a risalto il dualismo intrinseco a tali valutazioni.

Relatori: Riccardo Calcagno
Anno accademico: 2021/22
Tipo di pubblicazione: Elettronica
Numero di pagine: 86
Soggetti:
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Ingegneria Gestionale
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-31 - INGEGNERIA GESTIONALE
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/23378
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