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Social Housing: autocostruzione per l'inclusione sociale

Edwige Lixi

Social Housing: autocostruzione per l'inclusione sociale.

Rel. Elisabetta Forni. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2010

Abstract:

Il presente studio intende illustrare un percorso di ricerca sulla tematica del disagio abitativo e la presentazione di alcune possibili risposte innovative nell'ambito del social housing, basate sulla metodologia dell'autocostruzione.

L'analisi condotta ha inteso evidenziare soprattutto gli effetti di valenza sociale che questa modalità costruttiva è in grado di mettere in campo.

Oggi il disagio abitativo è una questione che non riguarda più solo le fasce di popolazione in condizioni di povertà, ma investe, in modo sempre più chiaro, una più ampia parte della popolazione che, per ragioni differenti, può improvvisamente passare da una situazione di stabilità economica ad una condizione di fragilità e vulnerabilità che può portare all'esclusione sociale.

In questi casi la questione abitativa rappresenta, contemporaneamente un freno alla definizione dei progetti di vita e un grave rischio sociale.

La soluzione al problema impone l'elaborazione di politiche per la casa nelle quali il soggetto pubblico non sia più l'attore principale ma che assuma un ruolo di guida promuovendo politiche integrate di social housing che permettano un sistema di concertazione tra pubblico, privato e terzo settore finalizzati alla sperimentazione di innovative soluzioni abitative.

In questa sede ci si interroga su come rispondere in maniera democratica e sostenibile ponendo al centro del processo costruttivo gli abitanti e l'ambiente. Dunque s'impone la rivalutazione del ruolo del progettista come figura capace di"ascoltare" le reali esigenze dell'utenza e di mettere in atto una"rivoluzione" dell'abitare.

La costruzione di un'offerta abitativa diversificata e più flessibile rispetto a quella tradizionale economica popolare, si pone come solida soluzione alle problematiche di accesso alla casa.

Si ritiene inoltre che l'abitante possa ottenere maggiormente il benessere abbandonando il ruolo di "consumatore passivo" di un bene già formato e rigidamente configurato, contando sul proprio impegno, la propria partecipazione, in cui ci si possa riappropriare del rapporto "attivo" con l'abitazione e dare il proprio contributo alla produzione ed alla gestione.

E' nata dunque l'esigenza di descrivere il tema dell'autocostruzione in maniera più dettagliata attraverso una ricerca bibliografica che illustri l'evoluzione del fenomeno all'estero ed in Italia, le motivazioni che hanno portato alla riscoperta di tale pratica e la presentazione di alcuni concreti progetti che si collegano al tema della sostenibilità che hanno inteso mettere in evidenza i punti di forza e gli elementi di debolezza della modalità di realizzazione di tale edilizia.

Relatori: Elisabetta Forni
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AH Edifici e attrezzature per l'abitazione
Corso di laurea: Corso di laurea in Architettura
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/2084
Capitoli:

1.Problematiche sociali in Italia

1.1. Accesso alla casa: un'emergenza attuale

1.2. Fattori determinanti la nuova domanda

1.2.1. La famiglia oggi

1.2.2. Gli anziani

1.2.3. I giovani

1.2.4. Lavoro e mobilità

1.2.5. Gli immigrati

1.3. Dinamiche del mercato immobiliare

1.3.1. Proprietà e affitto

1.3.2. Affitto e incidenza sul reddito

1.4. Esclusione abitativa

1.4.1. Esclusione abitativa strutturale

1.4.2. Esclusione abitativa non strutturale: la zona grigia

1.5.v Esclusione sociale e divario culturale

1.5.1. Un concetto più ampio di povertà

1.5.2. Il caso di Monteruscello: un quartiere "solamente abitato" Un problema di comunicazione tra pianificatori ed abitanti

1.6.Brevi considerazioni conclusive

2. Le politiche per il diritto alla casa e l'inclusione sociale

2.1. Panorama europeo

2.2. Lo scenario italiano:

2.2.1. Origini e sviluppi

2.2.2. ERS: l'Edilizia Residenziale Pubblica come standard urbanistico

2.3 Social Housing in Italia

2.3.1 Destinatari

2.3.2 Soggetti attuatori

2.3.3 Tipologie d'intervento

2.4. Approccio 1: compartecipazione pubblico-privato

2.4.1. Leggi Regionali

2.4.2. Pianificazione Urbanistica

2.4.3. Strumenti Finanziari

2.5. Approccio 2: Terzo Settore

2.5.1. Agenzie Immobiliari Sociali

2.5.2. Strutture di accoglienza temporanea

2.5.3. Progetti Sperimentali

2.5.3.1. Autocostruzione

2.5.3.2. Cohousing

2.6. Programma Housing della Compagnia San Paolo

2.6.1. Finalità del Programma Housing

2.6.2. Gli interventi previsti

2.6.3. Progetti sostenuti

2.7. Considerazioni

3.Il cohousing

3.1. Definizione

3.2. Aspetti e caratteri distintivi di un cohousing

3.2. Storia e diffusione all'estero

3.3. Percorso di realizzazione

3.3.1. Formazione del gruppo di co-residenti

3.3.2. Progettazione partecipata

3.3.3. Costruzione

3.3.4. Fase di stabilizzazione

3.4. Aspetti operativi e giuridici

3.4.1. Modalità di costruzione

3.4.2. Struttura legale

3.4.3. Uscita del cohouser dalla coresidenza

3.5. Cohousing in Italia

3.5.1. Ipotesi di finanziamento e relativi vantaggi e svantaggi

3.5.2. Milano: Iniziative di Cohousing.it

3.5.3. Torino: Iniziativa di Coabitare

4. L'Autocostruzione

4.1. Definizione

4.2. Tipologie

4.3. Attori del processo edilizio in autocostruzione

4.4. Storia e diffusione all'estero

4.4.1.Paesi in via di sviluppo

4.4.2. Inghilterra

4.4.3. Usa

4.4.4. Germania

4.5. Storia e diffusione in Italia

4.5.1. Contro l'abusivismo

4.5.2. Le iniziative degli anni 80

4.6. Percorso di realizzazione

4.6.1. Fase decisionale e di ottimizzazione delle risorse disponibili

4.6.2. Selezione del gruppo di beneficiari

4.6.3. Costituzione della Cooperativa di autocostruzione

4.6.4. Progettazione partecipata

4.6.5. Costruzione

4.6.6. Assegnazione e finitura

4.6.7. Forme di possesso

4.7. Considerazioni

5.Il ruolo delle Associazioni non governative nell'autocostruzione

5.1 L'Ente d'Assistenza

5.2 Iter attuativo

5.3 La mediazione culturale

5.3.1 La selezione

5.3.2 L'approccio partecipativo

5.3.3 Principio di massima comprensione

5.4 L'assistenza tecnica

5.4.1 La formazione dell'architetto e degli autocostruttori

5.5 I facilitatori dell'abitare

5.5.1 Consorzio abn- A&B Network sociale

5.5.1.1 Progetto a Mantignana di Cordano (Pg)

5.5.1.2 Progetto a Valfabbrica (Pg)

5.5.1.3 Progetto Le mani per vivere insieme a Cesano di Senigallia

5.5.1.4 Progetto di autorecupero a Bologna

5.5.1.5 Progetto ÈVA a Pescomaggiore (Aq)

5.5.2 Ariacoop Società cooperativa

5.5.2.1 Progetto Le Fornaci a San Giovanni in Marignano (Rn)

5.5.3 Alisei

5.5.3.2. Progetto Un tetto per tutti

5.5.3.2. Progetto Cantieri Aperti in Campania

5.5.4 Terra del Fuoco

5.5.4.1 Progetto il Dado

5.6. Considerazioni

6. Autocostruzione ed autogestione sostenibili

6.1. Concetto di sostenibilità

6.1.1. Le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile

6.2. L'abitare sostenibile

6.2.2. Lo stile di vita: il cohousing

6.2.2.1. Quartiere Vauban: modello di sostenibilità sociale

6.2.3. I materiali: costruire con le balle di paglia

6.2.3.1. Progetto ÈVA: un villaggio antisismico, in autocostruzione a Pescomaggiore (Aq)

7. Caso studio: Il Dado, progetto per l'integrazione degli

immigrati Rom

7.1. I Rom rumeni

7.1.1. Origini

7.1.2. L'organizzazione familiare

7.1.3. La minoranza Rom in Romania: cenni storici

7.1.4. L'emigrazione verso l'Italia

7.2. Il caso del campo di Mappano a Torino

7.3. L'intervento di Terra del Fuoco

7.3.1. Gli attori sociali

7.3.2. Gli obbiettivi

7.4. Progetto Il Dado

7.4.1. Composizione del gruppo e mediazione

7.4.2. Descrizione del progetto

7.4.3. L'autorecupero

7.4.4. I tempi

7.4.5. La gestione

7.4.6. I risultati ottenuti

7.5. Considerazioni

8.Conclusioni

Bibliografia:

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Chiodelli, F.,2009, Abbasso il cohousing? Analogie e differenze fra cohousing e cosiddette gated communities, XXX Conferenza italiana di Scienze Regionali

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