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La chiesa di Santa Teresa a Cavallermaggiore : problemi di conservazione e di rifunzionalizzazione

Francesca Ferro

La chiesa di Santa Teresa a Cavallermaggiore : problemi di conservazione e di rifunzionalizzazione.

Rel. Maria Grazia Vinardi, Franca Ceresa. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura (Restauro E Valorizzazione), 2009

Abstract:

Il Casalis ci offre intorno alla metà dell'Ottocento questa descrizione del comune di Cavallermaggiore: "Caballarium maius, capo di mandamento della prov. di Saluzzo, dioc. di Torino, div. di Cuneo.

Sorge tra il Maira ed il Grana, a levante di Saluzzo, da cui è distante sette miglia.

La superficie del suo territorio è di giornate 13.575 circa.

Come capo di mandamento ha soggetti i comuni di Cavallerleone, Cervere e Morene.

La strada reale, che da Torino accenna al ponte sul Varo, ne interseca l'abitato ed il territorio.

Il comune è distante tre miglia e mezzo da Savigliano, quasi altrettante da Marene, da Racconigi e da Ruffia, due da Cavallerleone e da Monasterolo, quattro da Sommariva del Bosco e da Caramagna, cinque da Bra e sei circa da Cherasco.

Vi passano i torrenti Maira e Mellea. Il primo attraversa il territorio nella parte occidentale dell'abitato, e vi si valica su un ponte in legno, stato ricostrutto a spese del governo l'anno 1825. Il secondo ha le fonti presso Castelmagno, conserva il nome di Grana sino a Centallo: ivi piglia la denominazione dì Mellea: viene a percorrere da ostro a borea il territorio di questo comune, e a poca distanza dal paese entra nel Maira.

Il Mellea vi si tragitta col mezzo di un ponte in legno, che attraversa la strada reale di Nizza, ed è mantenuto a spese del regio erario. Da questo torrente, prima che si scarichi nel Maira, è derivato un canale, che dopo aver dato moto ai molini, dividesi in varii rami per l'irrigazione dei prati. Così il Maira come il Mellea sono poveri di pesci, e solo ne contengono alcuni di mediocre qualità, quando rigonfia il Po, che ne accoglie riunite le acque.

A levante del comune sta rialto detto Costa della Madonna e Costa Grande, attraversato dalla via comunale che scorge a Bra.

La sua elevatezza dal livello delle sottostanti campagne non è che di dodici metri; epperciò quella via è praticabile in ogni stagione. Su tale rialto respirasi un'aria notevolmente più pura e salubre che nelle altre parti del comune.

I prodotti territoriali consistono in frumento, meliga, segale, fieno, paglia, canapa, noci, legna da bruciare, foglia di gelsi, ed uve di mediocre qualità.

Si mantengono con profitto dei terazzani bestie, bovine e maiali.

La più parte delle anzidette derrate si vende sui mercati di Savigliano, Bra, Racconigi, Carmagnola e Moncalieri.

Vi sono quattro filature della seta, che al tempo delle raccolte dei bozzoli forniscono per alcuni mesi un'utile occupazione a centotrentaquattro lavoratrici. Non avvi altrafabbrica o manifattura, tranne un martinetto, in cui si fanno utensili inferro soprattutto per gli usi dell'agricoltura.

Nell'estensione del territorio scarseggia il selvaggiume, avvegnanchè la parte settentrionale di esso venga compresa nel piccolo distretto delle regie caccie.

Una selva che occupa una superficie di giornate 350, confinante coi territori diRacconigi e Caramagna, appartiene al regio demanio.

Due sono le parrocchie di questo capo di mandamento: la prima molto antica, è sotto il tìtolo di ss. Michele e Pietro, è di gius patronato del marchese Romagnano di Virle e del conte Due.

Nel 1823 vi fu ristabilito il convento degli agostìniani della congregazione Lombardia.

Oltre gli agostìniani vi avevano altre volte abitazione e chiesa i minori riformati, i carmelitani scalzi, e vi fioriva un monastero delle clarisse.

Eravi stabilita una commenda dell'ordine di Malta provvista di ricche entrate, ed il commendatore vi aveva il diritto della nomina del parroco di s. Maria della Pieve.

Havvi chi crede non senza fondamento che già vi esistesse una magione di tempieri.

Sonovi le seguenti opere pie riunite sotto una sola amministrazione: un ospedale, in cui si possono ricoverare trentasei malati, la cui fabbrica è di recente e ben intesa costruttura: una congregazione di carità, le cui rendite sono distribuite in occorso a quegli infermi poveri, che per la natura della loro malattia non puonno essere ricoverati nello spedale: un monte di pietà che somministra soccorsi in danaro agli indigenti sopra pegni e gratuitamente; fu esso instituito nel 1797 dalla signora Teresa Garnieri.

La fondazione dell'ospedale, la cui annua entrata è di lire 16.000, avvenne nel 1785.

Vi si tengono annualmente tre fiere frequentissime di gente: la prima il 20 maggio, la seconda il 25 agosto, la terza il 2 novembre. Si fa in esse gran commercio del bestiame; e nelle due ultime vendesi anche molta canapa. Si fa un mercato in ogni lunedì, sul quali si mettono in vendita drappi, telerie, scarpe, commestibili di varia sorta, soprattutto caci ed erbaggi. Si usano gli antichi pesi e le antiche misure del Piemonte.

Gli abitanti sono anzi robusti che no, e di lodevoli costumi; la più parte di essi attende l'agricoltura.

Si contano fra loro parecchi casi di osservabile longevità. Fra le molte abitazioni che esistono nell'intero paese, se ne veggono in buon numero di comode e polite, che manifestano l'agiatezza di chi le possiede.

Il logo era compreso nell'appanaggio della serenissima Casa di Savoja Carignano per acquisto fattone dai nobili Provana di Collegno."

Relatori: Maria Grazia Vinardi, Franca Ceresa
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: R Restauro > RA Restauro Artchitettonico
A Architettura > AE Edifici e attrezzature per il culto
Corso di laurea: Corso di laurea specialistica in Architettura (Restauro E Valorizzazione)
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/1678
Capitoli:

CAP.1: Inquadramento territoriale

1.1. Il sito del comune di Cavallermaggiore

1.2. L'impianto del comune di Cavallermaggiore tra il XII ed il XX secolo

CAP. 2: L'Ordine dei Carmelitani: origini, sviluppi e caratteristiche architettoniche degli edifici di culto

2.1. Le origini

2.2. La riforma

2.3. Caratteri architettonici dell'edilizia carmelitana

CAP. 3: La fortuna critica della chiesa di Santa Teresa di Cavallermaggiore

3.1. Cronologia delle fasi di impianto della chiesa di Santa Teresa dal 1636 al 1803

3.1.1. Benedetto Alfieri nella chiesa di Santa Teresa

3.1.2. La soppressione delle Corporazioni Religiose

3.1.3. Passaggi di proprietà relativi alla chiesa di Santa Teresa

3.2. Descrizione dell'impianto architettonico e planimetrico della chiesa di Santa Teresa: impianto, spazialità scenografica e apparati decorativi

3.2.1. Stato di conservazione della chiesa di Santa Teresa nel tempo

3.2.2. Conservazione degli edifici religiosi di Cavallermaggiore

CAP. 4: Esempi di restauro conservativo, consolidamento, adeguamento e rifunzionalizzazione di edifici religiosi

4.1. Adeguamento alle esigenze liturgiche

4.1.1. Esempi di adeguamento alle esigenze liturgiche .

4.2. Esempi di "rifunzionalizzazione"

CAP. 5: Rilievo metrico

5.1. Obiettivi e finalità

5.1.1. Progetto e metodo

5.1.2. Strumenti

5.2. Rilievo topografico: rete di inquadramento

5.2.1. Poligonale chiusa

5.2.2. Monografie

5.2.3. Compensazione empirica analitica della poligonale chiusa

5.3. Rilievo di dettaglio

5.3.1. Celeriniensura

7.3.2. Rilievo diretto

5.4. Il raddrizzamento fotografico

5.5. Restituzione grafica

5.6. Considerazioni finali

CAP. 6: Analisi dei materiali

6.1. Struttura portante

6.2. Copertura

6.3. Intonaci, stucchi e decorazioni interne

6.4. Aperture, porte e finestre

6.5. Arredi

6.6. Collegamenti verticali

6.7. Pavimentazione

6.8. Prospetti esterni

6.8.1. Prospetto Sud

6.8.2. Pronao

6.8.3. Prospetto Nord

6.8.4. Campanile

CAP. 7: Analisi dello stato di degrado

7.1. Struttura portante

7.2. Copertura

7.3. Intonaci, stucchi e dipinti

7.4. Aperture, porte e finestre

7.5. Arredi

7.6. Collegamenti verticali

7.J. Pavimentazione

7.8. Prospetti

7.8.1. Prospetto Sud

7.8.2. Pronao

7.8.3. Prospetto Nord

7.8.4. Campanile

CAP. 8: Ipotesi di intervento

8.1. Muratura

8.2. Copertura

8.3. Intonaci interni

8.4. Stucchi

8.5. Dipinti

8.6. Collegamenti verticali

8.7. Pavimentazioni

8.8. Aperture, porte e finestre

8.9. Dipinti su tela

8.10. Superfici esterne

8.10.1. Facciata Nord

8.10.2. Pronao

8.10.3. Facciata sud

8.10.4. Campanile

CAP. 9: Ipotesi di rifunzionalizzazione

9.1. Destinazione d'uso

9.1.1. Vespaio aerato

9.1.2. Piano di evacuazione

9.1.3. Superamento delle barriere architettoniche

9.2. Impianti di climatizzazione

9.2.1. Calcolo della portata d'aria esterna di ventilazione degli ambienti

9.2.2. Dimensionamento della centrale di trattamento dell'aria

9.3. Riscaldamento elettrico ad infrarossi

9.3.1. Principio di funzionamento

9.3.2. Lampade a infrarossi su colonna

9.3.3. Riscaldamento elettrico a pavimento

9.4. Impianto di illuminazione

Allegati

- Rilievo topografico

- Computo metrico

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