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Una torre per lo sport con struttura a travi-parete a Parigi

Federica Marchetto

Una torre per lo sport con struttura a travi-parete a Parigi.

Rel. Pierre Alain Croset, Antonio De Rossi. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura (Costruzione), 2009

Abstract:

INTRODUZIONE

La scelta di progettare una torre per lo sport a Parigi con struttura a travi - parete nasce dall'aver frequentato nell'anno accademico 2006-2007 l'unità di progetto "Struttura e forma costruttiva" coordinata dal prof. Arch. Croset P. A. e dal prof. Ing. Napoli P.

In seguito poi alla stesura del saggio II, con il prof. Arch. De Rossi A., in cui ho affrontato il tema della contemporaneità verticale, ho deciso di approfondire e modificare il precedente progetto, divenuto poi oggetto della tesi, grazie alle nuove conoscenze acquisite.

IL TEMA DEL LABORATORIO: UNA TORRE PER LO SPORT CON STRUTTURA A TRAVI-PARETE

Il tema dell'Unità dei progetto "Struttura e forma costruttiva", è una "torre per lo sport con struttura a travi-parete", dove ogni palestra è concepita come una "scatola", ovvero un parallelepipedo con dimensioni stabilite. Nel complesso l'edificio è costruito come una sovrapposizione libera delle singole "scatole" attorno a un nucleo di distribuzione rispettando le leggi statiche

dettate dalla particolare struttura a travi parete.

Questo tema compositivo era stato proposto da Williamp Lescaze in un progetto mai realizzato per il Museum of Modem n Art a New York, nel 1930-31.

Il termine trave-parete indica un elemento strutturale caricato o sollecitatoa flessione con un basso rapporto luce/altezza. In statica infatti in questo tipo di strutture si applica un rapporto luce/altezza non superiore a 2, ma nel caso del laboratorio questo valore viene generalizzato almeno pari all'altezza del piano, anche per rapporti superiori a 2, ma comunque bassi. Si tratta di travi con sollecitazioni solite di momento flettente e taglio con l'eventuale presenza di sforzo normale. La rilevante altezza della sezione rispetto alla luce fa si che queste travi non si possano considerare solidi di De Saint Venant con dimensioni trasversali piccole rispetto alla luce (quindi óy=O): la conseguenza è quindi che non è applicabile la legge della conservazione delle sezioni piane.

In effetti a causa dell'elevata altezza le zone di diffusione delle forze occupano gran parte della lunghezza della trave. Nel loro piano, intorno all'asse x, le travi parete sono molto rigide e ciò fa si che possano resistere a grandi luci sia se appoggiate in entrambi i lati, che a sbalzo, avendo solo pochissime deformazioni. Invece, rispetto all'asse y, nel piano ortogonale, sono soggette di più alla flessione e alla torsione, perciò si impone molta attenzione ai fenomeni di sbandamento delle zone compresse e di instabilità flesso-torsionale.

L'elevata capacità portante di tali strutture, consente di risolvere problemi strutturalmente rilevanti \ fornendo soluzioni funzionali di grande impatto visivo, gr9zie alla possibilità di grossi aggetti.

Nella progettazione però bisogna tener conto di effettuare una sovrapposizione di "scatole" con travi parete portanti e portate in modo che quest'ultime poggino almeno in due punti nelle travi portate o siano appese ad esse come mostra lo schema.

Prima di procedere alla progettazione sono state imposte anche delle regole di carattere architettonico e compositivo.

1. La "torre per lo sport", doveva avere un'altezza minima di 60 metri e massima di 90 metri.

2. Lo schema strutturale prevedeva la presenza di un nucleo rettangolare o quadrato, adibito alla localizzazione dei collegamenti verticali (scale, ascensori e montacarichi). Nel primo caso il nucleo aveva dimensioni 36 metri per 8 metri mentre nel secondo caso aveva dimensioni 12,5 metri per 12,5 metri. Attorno al nucleo erano disposte le scatole che potevano essere messe in modo regolare o irregolare.

3. Le travi parete che sostenevano le scatole e uscivano dal nucleo avevano uno spessore che variavano tra 0,6 e 1 metro.

4. Le palestre potevano avere varie dimensioni purchè ospitassero (a discrezione dello studente) i seguenti sport possibili: pallavolo, pallacanestro, scherma, judo, squash, karate, danza, palestre di piccole, medie, grandi dimensioni per il fitness e l'aerobica.

5. Le palestre dovevano essere concepite come delle "scatole" sovrapposte una sopra l'altra in modo del tutto libero seguendo le leggi statiche descritte precedentemente.

6. Occorreva progettare un basamento con le seguenti destinazioni d'uso: atrio, portineria, bar, spogliatoi, stanze per l'amministrazione, ristorante e negozi.

E' seguito un periodo di sperimentazione dei vari tipi di nuclei e delle varie posizioni delle "scatole", con modelli in laminil in scala 1:200, grazie ai quali si sono potute fare le seguenti considerazioni:

- L'uso di travi - parete permette di ottenere forti sbalzi;

- In base alla posizione delle "scatole" si poteva garantire la vista su diverse parti di Parigi;

- Se le "scatole" vengono poste tutte da un lato del nucleo era necessario un setto di muro portante, uscente e perpendicolare ad esso, su tutta la sua

altezza;

- Per mettere in evidenza lo schema strutturale, formato da "scatole" portanti e non, ci si poteva avvalere di diverse regole architettoniche (es. utilizzo di diversi materiali, unione, a livello strutturale, del pavimento e del solaio di "scatole" adiacenti ecc..).

Relatori: Pierre Alain Croset, Antonio De Rossi
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AO Progettazione
A Architettura > AF Edifici e attrezzature per il tempo libero, le attività sociali, lo sport
Corso di laurea: Corso di laurea specialistica in Architettura (Costruzione)
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/1422
Capitoli:

INDICE

CAPITOLO I - INQUADRAMENTO

1.1. INTRODUZIONE

1.2. IL TEMA DEL LABORATORIO: UNA TORRE PER LO SPORT CON STRUTTURA A TRAVI - PARETE

1.3. IL SITO Di PROGETTO: STORIA DI UN CANTIERE APERTO

1.3.1. LA ZONA PARIS RIVE GAUCHE

1.3.2. LA ZONA DEL BOULEVARD MASSENA - IL PROGETTO DI YVES LION

CAPITOLO II - IL PROGETTO URBANO

2.1. LA SCELTA DEL SITO

2.2. CONCEPT: MODIFICA AL PROGETTO DI YVES LION

CAPITOLO III - IL PROGETTO ARCHITETTONICO

3.1. LA TORRE

3.1.1. CONCEPT

3.1.2. PROGRAMMA FUNZIONALE

3.1.3. COLLEGAMENTI VERTICALI

3.2. IL BASAMENTO

3.2.1. CENTRO COMMERCIALE

3.2.2. CENTRO BENESSERE

3.3. MATERIALI - ILLUMINAZIONE - STRATEGIE ENERGETICHE

3.3.1. MATERIALI UTILIZZATI

3.3.2. ILLUMINAZIONE NATURALE E SCHERMATURE SOLARI

3.3.3. CONTROLLO CLIMATICO E STRATEGIE DI VENTILAZIONE

CAPITOLO IV - SAGGIO DI RICERCA II. LA CONTEMPORANEITA'

VERTICALE. ANALISI TIPOLOGICA A LIVELLO URBANO E

ARCHITETTONICO

4.1. INTRODUZIONE

4.2. ANALISI TIPOLOGICA

4.2.1.LE TRE TIPOLOGIE

4.2.2. LE SOTTOTIPOLOGIE

4.3. TIPOLOGIA A

4.3.1. DAL PUNTO DI VISTA URBANO

4.3.1. DAL PUNTO DI VISTA ARCHITETTONICO

4.4. TIPOLOGIA B

4.4.1. DAL PUNTO DI VISTA URBANO

4.4.2. DAL PUNTO DI VISTA "SOCIALE"

4.5. TIPOLOGIA C

4.5.1. DAL PUNTO DI VISTA URBANO

4.5.2. DAL PUNTO DI VISTA ARCHITETTONICO

4.6. WORK IN PROGRESS

4.6.1 ESITI CONCORSI INTERNAZIONALI

4.6.2. TRE CANTIERI APERTI A PARIGI

4.7. PERCHE' Si COSTRUISCE UN GRATTACIELO

4.8. CONTEMPORANEITA' VERTICALE

BIBLIOGRAFIA

SITOGRAFIA

ALLEGATI TAVOLE DI PROGETTO

RINGRAZIAMENTI

Bibliografia:

BIBLIOGRAFIA

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