Karim Chaitani
Post-guerra: Architettura della Pace e della Riconcilazione.
Rel. Daniela Ciaffi, Mario Artuso. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2019
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Abstract: |
"Il primo passo per risolvere qualsiasi problema è riconoscere che ce n'è uno ", Will McAvoy. Un secondo passo, volendo, potrebbe essere definirlo. Molti paesi della regione araba stanno attraversando enormi trasformazioni socio-economiche e politiche, alcune delle quali estremamente violente. La portata di tale violenza, la sua durata e il suo impatto in paesi come la Siria, l'Iraq, la Libia, o lo Yemen, non vede precedenti sin dalla seconda guerra mondiale. Questi conflitti hanno distrutto interamente città che per secoli erano state modelli di coesistenza pacifica tra diverse etnie, religioni, ideologie e nazionalità. Senza dimenticare, peraltro, che le stesse città erano state grandiosi esempi per cultura, commercio e centri per l'apprendimento. La guerra ha distrutto tutto questo e molto altro, compresa la coesione sociale. Mosul, Aleppo, Homs, e altre città, sono state ridotte in macerie, e i loro abitanti sradicati o sfollati. Tutte le guerre trovano fine: la Siria e le sue città dovranno essere ricostruite. Il tessuto sociale dovrà essere riparato attraverso un processo di riconciliazione legittimo e onnicomprensivo, che sia accompagnato da uno sviluppo equo e sostenibile. Solo in questo modo la pace può durare nel tempo, e la ricaduta del conflitto essere prevenuta. Ai fini del recupero e della ricostruzione delle città siriane, risulterebbe utile esaminare la ricostruzione di Beirut e imparare dai suoi discreti traguardi e successi. Beirut è riuscita a stimolare la coesistenza pacifica tra i suoi diversi gruppi socio-economici, così come tra le sue comunità? In che modo può questa esperienza essere d'aiuto nella ricostruzione di una città siriana, come ad esempio Aleppo? O il sobborgo di Damasco di Ghouta? In qualità di architetti e urbanisti, abbiamo la responsabilità di progettare i luoghi in cui si svolge la vita, e di migliorare la coesistenza pacifica e la riconciliazione. I pianificatori urbani, ad esempio, nel progettare le città, disegneranno strade affinché i cittadini possano percorrerle, progetteranno edifici che saranno abitati... Ogni progetto avrà un grande impatto sulla personalità e sul comportamento del singolo, così come sulla società in generale. Per fare un esempio, le persone che vivono nelle aree rurali esprimono modi di fare diversi da quelle che vivono nelle aree urbane. Lo stesso esempio può essere applicato considerando i cittadini che vivono nel centro della città e quelli delle aree periferiche. Oggi dovremmo iniziare a progettare e trasformare città per far sì che i cittadini, urbani o rurali, di culture e religioni diverse, possano interagire e convivere pacificamente. Questo processo deve essere incoraggiato in particolar modo in un paese caratterizzato dalla convivenza tra culture diverse. Per lo stesso motivo, bisogna tenere in considerazione questa esigenza sin dalle prime fasi di un processo di progettazione. Tra gli aspetti più importanti vediamo quello degli spazi pubblici, spesso trascurati nella fretta della ricostruzione. Dovranno essere pensati spazi pubblici che abbraccino la diversità, e non la tendenza al raggruppamento di persone dentro aree che sono conformate da uno stesso colore. L'architetto di oggi deve anche essere un designer di pace e riconciliazione.
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Relatori: | Daniela Ciaffi, Mario Artuso |
Anno accademico: | 2018/19 |
Tipo di pubblicazione: | Elettronica |
Numero di pagine: | 77 |
Soggetti: | A Architettura > AO Progettazione A Architettura > AQ Spazi funzionali dell'abitazione |
Corso di laurea: | Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile |
Classe di laurea: | Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-04 - ARCHITETTURA E INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/10107 |
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